Home In Evidenza Vaccini antinfluenzali, da venerdì il via per la campagna di vaccinazione 2014/2015. Il picco dell’epidemia tra fine dicembre e inizio gennaio

Vaccini antinfluenzali, da venerdì il via per la campagna di vaccinazione 2014/2015. Il picco dell’epidemia tra fine dicembre e inizio gennaio

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Vaccini antinfluenzali, da venerdì il via per la campagna di vaccinazione 2014/2015. Il picco dell’epidemia tra fine dicembre e inizio gennaio
vaccino influenza

Medici di famiglia e pediatri hanno a disposizione le dosi necessarie per  70.000 soggetti “a rischio” della nostra provincia. Ecco l’origine dei virus in arrivo quest’anno

AREZZO –  Vaccini, da venerdì prende il via la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2014-2015. In queste ore è in corso la distribuzione dei vaccini che avviene per step successivi (una tale quantità va gestita con una particolare logistica per i frigoriferi) delle dosi destinate sia agli adulti che ai bambini.  Va ricordato che i piccoli con meno di 9 anni mai vaccinati prima dovranno rivolgersi al proprio pediatra per tempo, perché dovranno ricevere 2 dosi di vaccino, distanziate di 4 settimane l’una dall’altra .

 

VACCINI, CHI, COME, DOVE

La “macchina” delle vaccinazione è ormai rodata da anni. Ma è bene ricordare quali sono le categorie di cittadini che hanno diritto alla vaccinazione  gratuita: gli anziani sopra i 65 anni e i cittadini appartenenti alle cosiddette categorie a rischio.

In queste ultime rientrano i bambini (di età superiore a 6 mesi) e gli adulti affetti da particolari patologie croniche dell’apparato respiratorio, cardiovascolare, renale, e affetti da neoplasie ;  le donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica; hanno diritto alla vaccinazione gratuita anche  gli addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo (personale degli asili nido e scuole di ogni ordine e grado, personale sanitario, volontari del 118, personale delle case di riposo, personale della protezione civile, addetti alle poste, forze armate e forze dell’ordine, polizia municipale),  i familiari di soggetti ad alto rischio, addetti all’attività di allevamento animali, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e                  vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti.

Per coloro che non sono in grado di recarsi presso l’ambulatorio, è prevista la vaccinazione domiciliare effettuata sempre dal proprio  medico di famiglia o dal pediatra. Sarà possibile vaccinarsi dal 7/11 fino a tutto dicembre.

EPIDEMIA: QUELLA PASSATA E QUELLA CHE VERRA’

La stagione influenzale 2013-2014 è stata caratterizzata da un andamento tipico e da una bassa intensità. La Toscana ha presentato un’intensità ancora minore rispetto alla media italiana: sono stati infatti coinvolti il 6% dei toscani, contro l’8% degli italiani.

La bassa frequenza  riportata nella stagione è confermata anche rispetto alle stagioni precedenti. Il picco epidemico raggiunto (4,49 per 1.000) è stato inferiore a quello italiano (6,67 per 1.000) .

La sindrome, come negli anni passati, ha colpito soprattutto l’età infantile e in particolare i più piccoli, ma i tassi osservati sono stati notevolmente inferiori rispetto alle stagioni precedenti.  La bassa incidenza di casi nella scorsa stagione è associata ad un numero ridotto di casi gravi – solo uno in Toscana – e per il numero ridotto di ricoveri per influenza. Nessuna variazione  si è osservata invece per i ricoveri per le altre patologie influenza-correlate .

In prevalenza sono stati isolati virus influenzali di tipo A (82,6% dei campioni positivi) e in misura minore di tipo B (17,4%).

“I virus di cui prevediamo l’arrivo questo inverno – spiegano gli esperti – sono vecchie conoscenze: c’è ancora l’A/H1N1/California, quello dell’influenza suina, nato nel 2009 e che sta finendo la sua “opera”, e poi l’A/H3N2/Texas e il B/Massachusetts”. Ma come tutte le previsioni, anche questa è suscettibile di variazioni.

Fino a pochi anni fa ogni stagione aveva un solo virus protagonista principale. Ora i virus sono di più: in generale tendono a essere presenti tutti quelli che ci sono nel vaccino e non solo. Quest’anno, per esempio, è possibile che arrivi anche un quarto virus, il B/Brisbane”. Questo virus non è presente nel vaccino di quest’anno, almeno in Europa, mentre negli Usa si sta già utilizzando un vaccino tetravalente La sorveglianza epidemiologica dell’influenza è iniziata il 13 ottobre. È possibile seguire l’andamento dell’influenza in Toscana sul sito del Cirinet, il Centro interuniversitario di ricerca sull’influenza e le altre infezioni trasmissibili .
I DATI ARETINI

L’obiettivo ottimale della campagna di vaccinazione resta quello di una copertura del 75% dei soggetti ad alto rischio di tutte le età e per chi ha più di 65 anni, per garantire, secondo la definizione del Ministero della Salute “la riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte” e la “riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità riconducibile ad  influenza”. Un obiettivo che non raggiunge nessuna realtà italiana.

In provincia di Arezzo, in linea con il resto della Toscana, in media si vaccina circa il 70% degli ultra65enni.  L’anno passato  ad Arezzo la copertura con vaccinazioneè stata la migliore in Toscana, con una media del  68%.  Arezzo è risultato il più virtuoso raggiungendo il 76%. A seguire il Casentino con il 73,3%, la Valdichiana con il 68,5%, la Valtiberina con il 61,8%, con il 62,8%,  e il Valdarno con il 57%.

PREVENZIONE  OLTRE IL VACCINO

Il vaccino è il sistema migliore per difendersi dalla malattia. Tuttavia, per la prevenzione dell’influenza, alla vaccinazione vanno aggiunte alcune misure di protezione personale molto utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza: lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici); buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce); isolamento volontario in casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale; uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologie influenzali quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).

Queste semplici regole sono ritenute tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni respiratorie, e fortemente raccomandate anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità .