Home Attualità Economia Vannetti: “L’obbligo delle carte di credito non diventi una nuova tassa sulle Pmi”

Vannetti: “L’obbligo delle carte di credito non diventi una nuova tassa sulle Pmi”

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Vannetti: “L’obbligo delle carte di credito non diventi una nuova tassa sulle Pmi”
Ferrer Vannetti

Vannetti: gli artigiani siano messi nelle condizioni di usare i nuovi sistemi di pagamento senza dover pagare commissioni esagerate

L’obbligo di accettare i pagamenti attraverso carte di credito per quanti vendono prodotti o prestano servizi “rischia di generare un disequilibrio tra costi e benefici per gli operatori economici minori, come gli artigiani”. E, pur non essendo dotata di una sanzione, la disposizione nella sostanza la introduce, “creando un conflitto tra gli operatori economici e i clienti, che potrebbero rivolgersi alla concorrenza”.

“Per questo – spiega il presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti – occorre mettere gli artigiani nelle condizioni di seguire il progresso attraverso le nuove forme di pagamento, ma senza che queste diventino una sorta di nuova tassa sulle piccole imprese a causa di commissioni esagerate”.

Confartigianato Arezzo chiede, quindi, di “ripensare i vincoli alla circolazione del contante, introdotti da una legislazione che giustamente puntava a contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, ma ciò non deve avvenire a costo di paralizzare le transazioni economiche e soprattutto creando un clima di sospetto ogni qualvolta si tirino fuori le banconote”.

Il recente pronunciamento della Commissione europea sui pagamenti attraverso i Pos individua in sicurezza, efficienza e competitività le tre pre-condizioni del processo di modernizzazione dei pagamenti. Quanto a sicurezza, sembra che il sistema italiano risponda ai requisiti di Bruxelles.

Diverso è però il ragionamento sul fronte dell’efficienza e della competitività. Per efficienza il sistema non va: “I costi fissi troppo elevati rischiano di far pagare il cambiamento agli operatori che fanno poche, e poco ingenti, operazioni, e non sempre  – ancore secondo Vannetti – sarebbe garantita la concorrenza, perché nei fatti sembra in attività una sostanziale sorta di cartello senza garanzie di trasparenza”.

Nel mirino dell’Unione europea, infatti, sono finite le diverse proposte commerciali delle banche e delle altre società finanziarie emittenti di carte di debito, spesso opache perché manca la possibilità di una valida comparazione dei valori delle commissioni interbancarie.