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Viaggio nel sistema solare: giove

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Sabato 2 agosto a partire dalle ore 21 e 15, presso il Planetario del Parco Nazionale Foreste Casentinesi con sede in Stia, prosegue il viaggio alla scoperta del Sistema Solare,con tema GIOVE.

Giove (dal latino Iovem, accusativo di Iuppiter) è il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole ed il più grande di tutto il sistema planetario: la sua massa corrisponde a 2 volte e mezza la somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme. È classificato, al pari di Saturno, Urano e Nettuno, come gigante gassoso. Ha una composizione simile a quella del Sole: infatti è costituito principalmente da idrogeno ed elio con piccole quantità di altri composti, quali ammoniaca, metano ed acqua. A causa delle sue dimensioni e della composizione simile a quella solare, Giove è stato considerato per lungo tempo una “stella fallita”.

In realtà solamente se avesse avuto l’opportunità di accrescere la propria massa sino a 75-80 volte quella attuale il suo nucleo avrebbe ospitato le condizioni di temperatura e pressione favorevoli all’innesco delle reazioni di fusione dell’idrogeno in elio, il che avrebbe reso il sistema solare un sistema stellare binario.

L’intenso campo gravitazionale di Giove influenza il sistema solare nella sua struttura perturbando le orbite degli altri pianeti e lo “ripulisce” da detriti che altrimenti rischierebbero di colpire i pianeti più interni, Terra compresa. Intorno a Giove orbitano numerosi satelliti (i più famosi sono i cosiddetti Medicei o Galileiani, perché osservati da Galileo Galilei nel 1610) e un sistema di anelli scarsamente visibili

Il pianeta, conosciuto sin dall’antichità, ha rivestito un ruolo preponderante nel credo religioso di numerose culture, tra cui i Babilonesi, i Greci e i Romani, che lo hanno identificato con il sovrano degli dei.

In questo mese di agosto, dopo la congiunzione con il Sole del mese scorso, Giove ricompare al mattino tra le luci dell’alba, basso sull’orizzonte orientale, poco prima del sorgere del Sole. Le condizioni di osservabilità diventano rapidamente simili a quelle di Venere, con il quale, si verifica una spettacolare congiunzione il mattino del 18 agosto, con entrambi gli astri situati nella costellazione del Cancro.

Giove appare ad occhio nudo come un astro biancastro molto brillante a causa della sua elevata albedo. È il quarto oggetto più brillante nel cielo, dopo il Sole, la Luna e Venere con cui  si spartisce il ruolo di “stella del mattino” o “stella della sera”.

Il periodo sinodico del pianeta è di circa 399 giorni, al termine dei quali il corpo celeste inizia una fase di moto retrogrado, in cui sembra spostarsi all’indietro nel cielo notturno rispetto allo sfondo delle stelle “fisse” eseguendo una traiettoria a “cappio”.

Giove, nei 12 anni circa della propria rivoluzione, attraversa tutte le costellazioni dello zodiaco.

Il pianeta è interessante da un punto di vista osservativo in quanto già con piccoli strumenti è possibile apprezzarne alcuni caratteristici dettagli superficiali. I periodi più propizi per osservare il pianeta corrispondono alle opposizioni e in particolare alle “grandi opposizioni”, che si verificano ogni qual volta Giove transita al perielio. Queste circostanze, in cui l’astro raggiunge le dimensioni apparenti massime, consentono all’osservatore amatoriale, munito delle adeguate attrezzature, di scorgere più facilmente gran parte delle caratteristiche del pianeta.[26]

Un binocolo 10×50 o un piccolo telescopio rifrattore consentono già di osservare attorno al pianeta quattro piccoli punti luminosi, disposti lungo il prolungamento dell’equatore del pianeta: si tratta dei satelliti medicei. Poiché essi orbitano abbastanza velocemente intorno al pianeta, è possibile notarne i movimenti già tra una notte e l’altra: il più interno, Io, arriva a compiere tra una notte e la successiva quasi un’orbita completa.

Un telescopio da 60 mm permette già di osservare le caratteristiche bande nuvolose e, qualora le condizioni atmosferiche siano perfette, anche la caratteristica più nota del pianeta, la Grande Macchia Rossa che però è maggiormente visibile con un telescopio di 25 cm di apertura che consente di osservare meglio le nubi e le formazioni più fini del pianeta.