Home Attualità Economia Anche il 2015 è iniziato male per l’artigianato: nel mese di gennaio in toscana hanno chiuso 1.775 imprese e il saldo fra nate/morte è – 897. dati migliori in febbraio: 1.118 cessazioni e 932 nuove imprese (saldo = -186)

Anche il 2015 è iniziato male per l’artigianato: nel mese di gennaio in toscana hanno chiuso 1.775 imprese e il saldo fra nate/morte è – 897. dati migliori in febbraio: 1.118 cessazioni e 932 nuove imprese (saldo = -186)

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Anche il 2015 è iniziato male per l’artigianato:  nel mese di gennaio in toscana hanno chiuso 1.775 imprese e il saldo fra nate/morte è – 897.  dati migliori in febbraio: 1.118 cessazioni  e 932 nuove imprese (saldo = -186)

Imprese artigiane decimate dalla crisi: nel 2014 l’artigianato in Toscana ha perduto altre 1.806 imprese e anche il 2015 è iniziato male per l’artigianato toscano: secondo i dati dell’Osservatorio regionale sull’Artigianato, nel corso del mese di gennaio 2015 sono cessate dall’Albo Artigiano 1.775 imprese, mentre le imprese iscritte sono 878; il saldo fra nate/morte è – 897 e la diminuzione di imprese riguarda tutte le province toscane. il settore più colpito in gennaio 2015 è ancora le costruzioni: altre 755 imprese edili sono cessate, mentre le nuove iscrizioni sono 291 con un saldo negativo di -464 imprese.

Il mese di febbraio presenta dati migliori: 1.118 cessazioni e 932 nuove imprese con un saldo fra nate/morte di -186); le nuove imprese superano le cessazioni solo nelle province di Grosseto, Livorno e Prato. Rimane in negativo il settore costruzioni con 502 cessazioni e 329 iscrizioni (saldo – 173) e quello dei servizi con 307 cessazioni e 278 iscrizioni (saldo – 29); in aumento il manifatturiero con 324 nuove imprese e 308 cessazioni (saldo + 16).

Commenta il direttore CNA Toscana, Saverio Paolieri: “I numeri certificano il tributo che le imprese artigiane hanno pagato, e continuano a pagare, alla crisi. Un disastro. Dal 2008 al 2014 è stato un bollettino di guerra: la crisi ha messo al tappeto 9.335 artigiani con la perdita di oltre 28.000 posti di lavoro, una decimazione che ha coinvolto tutti i settori, dall’edilizia ai trasporti, dalla manifattura ai servizi. Purtroppo i dati di inizio 2015 confermano le nostre preoccupazioni: la crisi continua a mordere duramente”.

“Quello che più preoccupa al di là dei numeri negativi – continua il direttore CNA Toscana – è la profonda crisi di medio periodo che ha colpito l’artigianato toscano dall’inizio degli anni 2000. Profondi processi selettivi, imposti prima dall’effetto della globalizzazione dei mercati e poi dall’imperversare della crisi dopo il 2008, continuano a interessare l’economia artigiana della nostra regione, il cui giro d’affari si è grossomodo contratto di un terzo dal 2008. Il nostro artigianato è quindi ancora molto fragile e le prospettive continuano ad essere orientate alla neutralità o alla crescita zero, ovvero all’assenza di una ripresa”.

 

I dati*

Gennaio 2015: In gennaio sono cessate dall’Albo Artigiano 1.775 imprese. A livello territoriale il 21,9% (388 unità) del totale cessazioni ha riguardato imprese in provincia di Firenze, il 13,4% (238) imprese di Lucca e il 12,1% imprese in provincia di Prato (214). Delle 1.775 imprese cessate, il 42,5% (755imprese) operava nel settore delle costruzioni, il 29,7% (527 imprese) nel comparto manifatturiero ed il rimanente 27,4% (487) nei servizi. Il 46,3% delle cessazioni in provincia di Prato ha riguardato imprese operanti nel comparto manifatturiero, seguita da Firenze con il 35,1% del totale provinciale. Nelle costruzioni una quantità elevata di cessazioni è nelle province di Siena (55,1%), Lucca (52,9%), Massa Carrara (49,1%) e Livorno (47,6%). Nei servizi le quote più elevate sono nelle province di Grosseto (33,6%), Livorno (32,3%) e Pistoia (30,7%).

Le imprese iscritte all’Albo Artigiano in gennaio 2015 sono 878. Le iscrizioni si sono concentrate numericamente nella provincia di Firenze, con 227 nuove unità (il 25,9% del totale regionale), seguita da Prato (116 unità, 13,2%), da Lucca (93 unità , 10,6%) e da Pistoia (72 unità, 8,2%). A livello settoriale, il 35,3% delle 878 nuove imprese opera nel sistema manifatturiero (310 unità), mentre il 33,1% (291 unità) fa parte del comparto delle costruzioni. Il restante 31,2% (274 unità) opera infine comparto dei servizi. La provincia in cui risulta più elevata la quota di iscrizioni nel comparto manifatturiero, con il 62,9% (73 unità) del totale provinciale, è Prato, seguita da Firenze (38,8%) e Arezzo (37,7%). Nelle costruzioni mostrano quote più elevate le province di Lucca (49,5%), Massa Carrara (46,2%), Grosseto (39,7%) e Siena (38,8%); nei servizi i valori più alti si riscontrano a Siena (40,8%), Pistoia (38,9%) e Livorno (37,7%).

Febbraio 2015: In febbraio 2015 sono cessate dall’Albo Artigiano 1.118 imprese. A livello territoriale il 30,7% (343 unità) del totale cessazioni ha riguardato imprese in provincia di Firenze, il 14,1% (158) imprese di Arezzo e il 12% imprese in provincia di Prato (134). Delle 1.118 imprese cessate, il 44,9% (502 unità) operava nel settore costruzioni, 29,7% (308 imprese) nel comparto manifatturiero ed uguale quota (27,5%) nei servizi. Il 46,3% delle cessazioni in provincia di Prato ha riguardato imprese operanti nel comparto manifatturiero, seguita da Firenze con il 28,6% del totale provinciale. Nelle costruzioni si osserva una quantità elevata di cessazioni nelle province di Massa Carrara (60,5%), Lucca (53,3%), Grosseto (52,2%) e Pistoia (52,1%). Nei servizi le quote più elevate si registrano nelle province di Livorno (60%), Siena (37,9%) e Arezzo (34,2%).

Le nuove imprese artigiane in febbraio 2015 sono 932. Le iscrizioni si sono concentrate numericamente nella provincia di Firenze, con 273 nuove unità (il 29,3% del totale regionale), seguita da Prato (174 unità, 18,7%), da Lucca (99 unità , 10,6%) e da Pisa (91 unità, 9,8%). A livello settoriale, il 35,3% delle 932 nuove imprese iscritte all’Albo Artigiano nel corso del mese in esame opera nel comparto delle costruzioni (329 unità) mentre il 34,8% (324 unità) fa parte del sistema manifatturiero. Il restante 29,8% (278 unità) opera nel comparto dei servizi. La provincia in cui risulta più elevata la quota di iscrizioni nel comparto manifatturiero, con il 70,7% (123 unità) del totale provinciale, è quella di Prato, seguita da Arezzo (37,9%) e Firenze (33%). Nelle costruzioni mostrano quote più elevate le province di Massa Carrara (45,7%), Lucca (45,5%), Pisa (44%) e Livorno (41,5%); nei servizi i valori più alti si riscontrano a Siena (47,5%), Livorno (41,5%) e Grosseto (39,4%).

*dati dell’Osservatorio regionale sull’Artigianato presso Unioncamere Toscana.