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Calcio Catania, trovati 100mila euro a casa di un arrestato

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Catania, 24 giu. (Adnkronos) – Agenti della Digos di Catania hanno sequestrato 100mila euro in contanti nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita di partite del Calcio Catania che ieri ha portato all’arresto di 7 persone, tra le quali il presidente del club, Antonino Pulvirenti.
La somma era nella disponibilità di uno degli arrestati ritenuto il finanziatore del massimo dirigente della società calcistica etnea. L’ingente quantità di denaro era nascosta in diversi punti del controsoffitto dell’abitazione dell’arrestato. La polizia ha anche scoperto un localizzatore di microspie a radiofrequenze.
Nell’ambito dell’operazione ‘Treni del gol’ emergono anche altri particolari. Agenti di polizia, dopo la perquisizione a Roma nell’abitazione di uno dei sette arrestati, hanno scoperto una sorta di ‘libro mastro’ in cui sarebbero state annotate somme di denaro utilizzate per corrompere giocatori. La polizia ha anche trovato documenti e appunti in cui sarebbero emersi elementi di rilievo penale e che riguarderebbero le somme versate dal club calcistico etneo.
Il gip del tribunale di Catania, Fabio Di Giacomo, ha deciso che inizieranno lunedì prossimo, 29 giugno, gli interrogatori delle sette persone che sono da ieri agli arresti domiciliari con l’accusa di aver comprato le ultime partite del Catania Calcio nel campionato di serie B per evitare la retrocessione.
Lunedì è in programma l’interrogatorio di garanzia per Pulvirenti, per l’amministratore delegato Pablo Cosentino e per Giovanni Luca Impellizzeri. Gli altri quattro indagati, che non si trovano nel capoluogo etneo, saranno sentiti da altri Gip su delega dell’ufficio dei Gip catanesi.
Incredulità, rabbia, tristezza e rassegnazione sono i sentimenti con i quali si è svegliata la ‘Catania sportiva’ all’indomani dell’operazione. Nei bar, in giro per la città e sulle varie piattaforme di social network e siti internet, tifosi di ‘vecchia’ e ‘nuova generazione’ non parlano d’altro.
Tra ‘giustizialisti’ e ‘garantisti’ che si dividono nei confronti del massimo dirigente che ha sì regalato otto stagioni consecutive nella massima serie ma che altresì, in base all’indagine in corso, si sarebbe macchiato del reato di frode sportiva, serpeggia il reale timore di non vedere più la squadra nel cuore militare nel calcio professionistico.