Roma, 14 gen. (AdnKronos) – “Al Guangzhou è stata un’esperienza fantastica, sotto tutti i punti di vista, anche economici. Sono stato benissimo, siamo stati benissimo, avevo 8 persone con me, un po’ come una compagnia militare, tutti senza famiglia, c’era uno spirito militaresco che ha aiutato molto, ma anche da gita scolastica, ma si è vinto. La squadra ha vinto tre scudetti in tre anni e una Champions asiatica. E in altre squadre c’eano giocatori importanti come Drogba o Keita che ora gioca nella Roma e sono tre tecnici cinesi”. Sono le parole di Marcello Lippi, ex tecnico del club cinese del Guangzhou, oggi direttore tecnico, a ‘Non è un paese per giovani’ su Radio2.
“Mi piacciono i giocatori geniali, fantasiosi, di grande carattere, non i soldatini. Se Lippi giocatore sarebbe stato schierato da Lippi allenatore? Ero molto serio, mi sono sempre divertito. Le discoteche? Non mi hanno mai interessato. Se ho allenato Cassano? Si, invece non ho mai allenato Balotelli. Devono mettere apposto delle cose nella vita ma sono ottimi giocatori e bravi ragazzi”.
Il tecnico campione del Mondo con la nazionale italiana nel 2006 ha poi parlato di quanto nel nostro paese si faccia presto a salire sul carro dei vincitori, ma si fa anche presto a dimenticare. “Il calcio ha degli aspetti folli. L’italiano in generale non ti perdona il successo, anzi ti porta più in alto perché poi il tonfo sarà ancora maggiore. Te lo riconosce quando arriva, i famosi carri del vincitore. Dopo il mondiale vinto in Germania siamo andati a Palazzo Chigi, quando siamo usciti vediamo il pulmann scoperto per andare al Circo Massimo ed era già pieno…un mese prima tutti dicevano che non dovevamo andare a fare il mondiale, che era una vergogna…”.