Home Attualità Coldiretti Arezzo: lo scandalo non riguarda il vero olio toscano

Coldiretti Arezzo: lo scandalo non riguarda il vero olio toscano

0
Coldiretti Arezzo: lo scandalo  non riguarda il vero olio toscano
Tulio Marcelli

Maxi inchiesta condotta dal procuratore di Torino, Guariniello.

Da Coldiretti apprezzamento per i controlli di Repressione Frodi

Coldiretti Arezzo in campo per tranquillizzare i cittadini consumatori: “Lo scandalo che ha conquistato le prime pagine dei media non riguarda l’olio toscano, ma l’industria olearia che purtroppo sfrutta impropriamente l’immagine del nostro territorio, un territorio con un forte appeal sul consumatore, per smerciare prodotti di dubbia qualità”. Lo spiega, infatti, il presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, Tulio Marcelli in riferimento alla maxi inchiesta condotta dal procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, che tra l’altro sottolinea che il valore aumenta a seconda delle diverse provenienze territoriali.

Il consiglio di Coldiretti Arezzo, quindi, è quello “di guardare con attenzione – come spiega ancora Marcelli – le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”.

Se si vuole acquistare un buon extravergine italiano, insomma, bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. Le avvertenze per il consumatore sono peraltro accompagnate da un’incisiva attività di controllo da parte delle forze dell’ordine che hanno portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi.

Un’attività importante che va sostenuta con l’attuazione della rigorosa cornice normativa definita con la legge 9 del 2013 fortemente sollecitata dalla Coldiretti che ha introdotto importanti misure per la trasparenza nel settore. “Bisogna applicare – precisa il presidente Coldiretti – le norme previste a partire dal controllo di regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l’olio d’oliva viene spacciato per l’olio extravergine d’oliva e l’olio di sansa passa per olio d’oliva”.

Comunque, secondo Coldiretti, servono i controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’’oliva individuandone le caratteristiche. E poi, conclude Marcelli: “Bisogna fissare le sanzioni per il mancato uso obbligatorio dei tappi antirabbocco nella ristorazione dove continuiamo a trovare le vecchie oliere indifferenziate”.