Home Politica Consiglio Comunale 17 dicembre 2015: le pratiche tributarie

Consiglio Comunale 17 dicembre 2015: le pratiche tributarie

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Ci sarà una gara a evidenza pubblica per affidare in concessione la gestione, nelle fasi di accertamento e riscossione, della tosap, della cosiddetta tari giornaliera, ovvero la tassa sui rifiuti per le occupazioni temporanee, dell’imposta comunale sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni, dei proventi delle fiere e della riscossione coattiva di tari e tares. Durata della concessione 5 anni.
“Si tratta di tributi locali – ha sottolineato l’assessore al bilancio Alberto Merelli – che presentano indubbie interconnessioni operative, dunque pare opportuno affidarli a un unico soggetto al fine di ottenere economie di scala e risparmi gestionali. Non appare possibile l’internalizzazione del servizio vista l’attuale dotazione organica degli uffici preposti. Sono tributi per i quali il Comune incassa somme rilevanti, si va dai 140.000 della tosap ai 30.000 della tari giornaliera”.

Torna invece a gestione diretta comunale la tari. Questo a partire dal primo dell’anno 2016. Ci sarà comunque una fase transitoria volta a garantire un’adeguata formazione del personale e un ordinato passaggio di competenze da Sei Toscana. Le attività di accertamento e riscossione della tari erano state assegnate alla società che gestisce il ciclo dei rifiuti e tale soluzione, come ha tenuto a sottolineare l’assessore Merelli: “comportava a carico del bilancio comunale un costo di 586.000 euro. In questa cifra è compresa l’iva per 100.000 euro che, sottolineo, per il Comune non è un’imposta detraibile. La modalità gestionale diretta si fa preferire perché sotto il profilo organizzativo consente di avere un pieno controllo su tutte le fasi di erogazione del servizio. Se i cittadini non pagano la tari, il Comune di Arezzo paga Sei Toscana. La soluzione che scegliamo rende possibile fruire delle strutture di front office della struttura comunale integrando le comunicazioni sugli adempimenti anagrafici con quelli tributari. La gestione diretta consente altresì una più rapida adozione delle determinazioni tariffarie. Ci saranno 5 unità operative, già in pianta organica, destinate a questo servizio. L’obiettivo vero è fare sì che andando in tariffa l’intero costo di questo servizio, se questo diminuirà anche la tariffa ne trarrebbe beneficio. La tari non è comunque affidabile a Equitalia per la parte coattiva. Sottolineo infine come siamo liberi di scegliere questa o quell’altra soluzione, agevolati dal fatto che non dipendiamo da alcuna segreteria di partito sovra-comunale”.
Soddisfazione per questa soluzione da parte di Massimo Ricci, Francesco Macrì, Luca Stella, Giovanni Bonacci e Egiziano Andreani a nome dei rispettivi gruppi consiliari. Luca Stella ha riconosciuto come in passato la gestione della Tari sia stata stabilita di anno in anno proprio per lasciare modo a un cambio di amministrazione di adottare soluzioni diverse. Luciano Ralli del Pd ha evidenziato che questa stessa soluzione rappresenta comunque una scommessa, sulla quale ci sono riserve anche se la valutazione del partito democratico non è negativa. E sulle autorità di ambito, Ralli ha sottolineato come occorrano alternative e la proposta di soluzioni senza limitarsi a gridare al male.

Scatterà infine dal primo luglio 2016, salvo che la legge di stabilità non rimandi al primo gennaio 2017, per i non residenti che alloggiano nelle strutture ricettive, l’imposta di soggiorno. La misura dell’imposta verrà stabilita dalla Giunta comunale. “Si tratta di risorse – ha precisato Alberto Merelli – che verranno destinate alla valorizzazione del patrimonio storico e ambientale della città, alla promozione del sistema turistico locale e al mantenimento dei servizi già erogati. Posso anticipare che sarà un euro o un euro e mezzo per strutture ricettive fino a 200 euro di costo e due euro per strutture dal costo superiore”. Ci sono dei paletti già fissati con il regolamento di applicazione approvato. Il testo originario prevedeva che l’imposta si applicasse fino a un massimo di sei pernottamenti consecutivi. Sono esenti i minori fino al compimento dei 12 anni.
Donato Caporali e Francesco Romizi hanno proposto come emendamenti di ridurre a quattro i pernottamenti consecutivi per i quali si applica l’imposta e una serie di esenzioni ulteriori: coloro che devono effettuare terapie in strutture sanitarie e le persone che li assistono, portatori di handicap non autosufficienti, gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che portano assistenza a gruppi organizzati, forze dell’ordine, vigili del fuoco e operatori di protezione civile che pernottano per ragioni di servizio, studenti iscritti a scuole secondarie e università con sedi nel territorio che soggiornano per motivi di studio. I due consiglieri comunali hanno difeso i loro emendamenti sostenendo che riprendono impostazioni già adottate da molti Comuni italiani, da Bologna a Bari e che se è vero che il turismo sanitario sostiene per il 30% il turismo aretino, si tratta di dare priorità a esigenze superiori, quali l’assistenza dei familiari ai degenti ad Arezzo. “Peraltro va detto che la legge di stabilità procrastinerà il divieto per gli enti locali di imporre nuove tasse, quindi fino al 2017 è probabile che l’imposta non veda luce”.
Francesco Macrì ha evidenziato che l’imposta è stata pensata per città invase da un certo tipo di turismo mentre Arezzo è tornata ai minimi storici. “Le amministrazioni precedenti non hanno alimentato la promozione, ci sono state le crisi internazionali, economiche e legate al terrorismo. Il centrodestra inoltre non è favorevole per vocazione a qualsiasi inasprimento fiscale. Gli albergatori saranno poi costretti a sostenere adempimenti burocratici. E pensiamo all’Imu che sopportano le strutture ricettive. Spero che si prenda l’occasione per creare un vero tavolo del turismo per un’autentica promozione e per progetti seri che facciano notare Arezzo nel mondo”.
Paolo Lepri: “in passato, dalle precedenti amministrazioni la tassa di soggiorno era sempre stata rifiutata. Prendiamo atto che c’è questo cambio di prospettiva. Fare una tassa di un euro e 50 per tutte le strutture mi pare che violi il principio di gradualità. A Cortona si va da un euro per gli ostelli ai 5 euro per gli alberghi lussuosi. L’impostazione generale della tassa mi pare criticabile anche sulle esenzioni: è questione di volontà politica”.
Luca Stella: “la richiesta espressa dagli emendamenti mi pare legittima ma credo che occorra partire, quando si tratto di una nuova imposta, in maniera soft, senza sottoporre gli operatori del turismo a infiniti controlli e adempimenti. Già sono gravati, insistere su questa strada mi sembra al momento inopportuno. In futuro, possiamo ampliare il campo delle esenzioni anche nella direzione indicata dai due consiglieri”.
Giovanni Romanini: “il turista va in una città o in un’altra non perché ci sia o meno la tassa di soggiorno ma perché quella stessa città risponde a una sua esigenza estetica. A fronte di una spesa presumibile di un euro e mezzo, che si attesta sul minimo previsto dalla legge, il Comune può disporre di risorse da investire in un settore come richiedono gli stessi albergatori”.
Roberto Bardelli: “credo che avere un tavolo tecnico con gli operatori economici per stabilire cosa fare dell’introito della tassa di soggiorno sarà la prova generale per risollevare tutti assieme la città”.
Angelo Rossi: “mi schiero a favore del primo emendamento Caporali-Romizi, ovvero la riduzione a 4 dei giorni di pernottamento nei quali applicare l’imposta”.
Massimo Ricci: “se non è il momento adesso per disciplinare le esenzioni, ovvero quando si fa un regolamento, mi chiedo quando lo sia”.
Giovanni Bonacci: “acclarato che la tassa va a confluire verso uno scopo, la promozione turistica, chiediamoci quanto costa oggi farla. Non siamo più in grado di trovare sponsorizzazioni di particolare entità, la provincia quale ente di promozione va a scomparire, per cui vedo favorevolmente che i non aretini finanzino tale promozione”.
Egiziano Andreani: “a Cortona o in altre città la tassa è su cifre superiori alla nostra, il turista che viene ad Arezzo non deve dunque sopportare una grande spesa. Non lo vedo come elemento disincentivante”.
Federico Scapecchi: “le questioni poste con gli emendamenti sono legittime e condivisibili ma sono attinenti a questioni di principio che sarebbe bene fossero normate a livello nazionale. Storicamente non siamo il partito delle tasse ma va usata consapevolezza nel valutare i progetti come questo che ci viene proposto”.
“Tengo a sottolineare – ha chiuso l’assessore Marcello Comanducci – che l’odierno è un regolamento che risale al 2014 e che la precedente amministrazione aveva chiuso con le categorie del settore. La tassa dovrà essere pagata in ogni struttura ricettiva, questo perché l’albergo classico non è più il leader del settore. L’extra-alberghiero lo supera nei numeri. Sono pochissime le città che utilizzano questa tassa: Roma incassa 45 milioni di euro da questa e investe zero nel turismo. Questo perché Roma non ha bisogno di promozione, come noto. La stessa cosa Firenze. Prima di riproporre questo testo ho fatto una ricerca, ho visto quali sono le risorse a disposizione: 3 addetti della provincia passeranno al Comune ma solo Lucca ha 16 dipendenti nel suo ufficio turismo. Il Comune ha bisogno di risorse e di risorse necessita il progetto che ho in mente. Presumo che la semplificazione sulle esenzioni derivi da una semplificazione della tariffa”.
Luciano Ralli: “il lavoro non era stato portato a compimento perché volevamo legare questa tassa a un piano di sviluppo turistico e per quest’ultimo non abbiamo avuto tempo. Il partito democratico è rimasto coerente a questa impostazione: legare la tassa a un progetto complessivo e questo lo stiamo aspettandolo. Per cui, al momento, mancando il presupposto, siamo contrari a questa tassa”.
L’assessore Merelli ha fatto proprio l’emendamento che riduce da 6 a 4 i giorni consecutivi di applicazione della tassa. La delibera è passata con questa modifica. L’estensione delle esenzioni è stata invece respinta.