(AdnKronos) – Due quindi le strade percorribili: votare scheda bianca per arrivare ad una nuova votazione in cui il quorum sia lo stesso per tutti i posti da assegnare; oppure cercare da subito un ampio accordo tra i Gruppi parlamentari, che consenta quindi di disporre di una maggioranza ampia che renda possibile già da giovedì un esito positivo.
Una scelta che è di natura politica prima che tecnica, perché per raggiungere il quorum dei due terzi occorre passare necessariamente per un accordo con i Cinquestelle. Una formula già sperimentata all’incirca un anno fa, quando a novembre 2014 il Parlamento riuscì ad eleggere alla Corte costituzionale Silvana Sciarra, indicata dal Pd, e al Csm Alessio Zaccaria, designato dai grillini. Non arrivò invece al quorum il candidato per la Consulta indicato da Forza Italia, Stefania Bariatti.
Fu solo l’ultima di una serie di bocciature di vari esponenti dati in quota Fi, vittime anche e soprattutto delle divisioni interne al movimento azzurro. Uno scenario che allo stato attuale rischia di ripresentarsi in maniera aggravata, dopo le numerose defezioni subite dai Gruppi berlusconiani, che, unite alle trasformazioni che negli anni hanno attraversato tutto il centrodestra, rendono difficile se non impossibile pensare che quest’area possa esprimere due candidature.