Home Nazionale Diario elettorale: bugie e vendette, da Bismark a Sartre gli aforismi sul voto

Diario elettorale: bugie e vendette, da Bismark a Sartre gli aforismi sul voto

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Roma, 8 mag. (AdnKronos) – Cosa sono le elezioni? Una trappola, una vendetta, una specie di ‘lascia o raddoppia’. A definire in modo arguto, irriverente, pungente il momento più alto della democrazia sono stati, per secoli, scrittori, uomini politici, artisti, attraverso l’arte dell’aforisma.
Le elezioni sono “la vendetta del cittadino”, sosteneva il politico britannico David Lloyd George. Per Erich Fromm sono invece “una sorta di inebriante ‘lascia o raddoppia’, in cui sono in gioco le speranze e le aspirazioni dei candidati, non già problemi politici concreti”. Jean Paul Sartre le definisce, amaramente, “una trappola per fessi”.
Il Cancelliere della Grande Prussia, Otto Von Bismark, tocca il tasto dolente delle promesse elettorali che assai raramente vengono mantenute una volta chiusi i seggi elettorali: “Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”. “Adoro i politici sui manifesti elettorali: sono cosi silenziosi e soprattutto così facilmente eliminabili”, diceva con feroce ironia il comico e scrittore tedesco Loriot, mentre nelle sue ‘Note di un pessimista’, lo scrittore francese di metà Ottocento Edmond Thiaudière scriveva: “Tali gli elettori, quali gli eletti. Se i secondi sono cattivi, è perché i primi sono anche peggiori”.