Home Nazionale Divorzio: ‘Avvenire’, è l’ora del matrimonio a tutele crescenti

Divorzio: ‘Avvenire’, è l’ora del matrimonio a tutele crescenti

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Roma, 18 mar. (AdnKronos) – Il matrimonio a tutele crescenti. E’ l’idea che lancia ‘Avvenire’, nella rubrica delle lettere al direttore. Un lettore, con alle spalle 32 anni di matrimonio, sottolinea che, mentre il governo mette mano “alla ‘stagione dei diritti’, l’opposizione sic et simpliciter alle richieste delle varie lobby” difficilmente può dare “qualche risultato efficace”. Perchè allora non pensare ad una “legge popolare per chiedere al Parlamento di istituire un percorso premiale fondato sulla valorizzazione crescente della durata, della fedeltà, della generazione e crescita dei figli, della cura familiare degli anziani nella famiglia costituzionalmente protetta?”.
In concreto, si potrebbe “prevedere, per esempio, che ogni 3 anni di matrimonio le tasse del nucleo familiare si riducano del 0,3-0,5%, che una quota ulteriore si aggiunga per ogni figlio, per la loro crescita ed educazione, per il mantenimento in famiglia dei genitori anziani e dei malati cronici. Se ‘stagione dei diritti’ deve essere, perché -conclude il lettore- non rivendicare anche una premialità nel matrimonio fra uomo e donna, stabile, fedele e accogliente?”.
Un’idea promossa dal direttore Marco Tarquinio, che giudica la proposta “ben più di una sensata ‘provocazione’ dal retrogusto amarognolo. La distruzione di lavoro sperimentata in questi anni e alla quale si sta cercando di porre rimedio con lo strumento di nuovi ‘contratti a tutele crescenti’ è grave sul piano sociale tanto quanto l’opera di picconamento dei ‘sostegni’ alla famiglia che trova sempre nuovi e troppo entusiasti operai… E allora cominciamo pure a dire che anche la fedeltà all’impegno familiare di mutua solidarietà – con il coniuge, con i figli, con i genitori, con ogni altro stretto congiunto… – merita di essere riconosciuta e valorizzata con crescente intensità. Perché fa bene alle persone, fa bene alla società in tutte le sue articolazioni e fa bene anche allo Stato. E ai suoi conti”.