Home Attualità Energia: l’analisi, in Italia poca la quantità di legno sfruttata

Energia: l’analisi, in Italia poca la quantità di legno sfruttata

0

Arezzo, 12 feb. (Labitalia) – “Umbria, Toscana, Lombardia, Veneto, Marche sono tra le prime regioni italiane ad aver strutturato una vera e propria filiera del legno, dal bosco al suo utilizzo come combustibile. Ma complessivamente in Italia è poca la quantità di legno sfruttata”. E’ quanto è stato reso noto in vista di ‘Italia Legno Energia’, che si svolgerà alla Fiera di Arezzo da domani, 13 febbraio, a domenica 15.
“Le foreste in Italia oggi – si legge in una nota- occupano quasi 11 milioni di ettari, poco più di un terzo della totalità del territorio nazionale, e la superficie boscata cresce ogni anno al ritmo di migliaia di ettari. Anche il volume dei boschi nazionali cresce, mediamente, di 32 milioni di metri cubi di legno all’anno, dei quali, sempre in media, ne vengono prelevati poco meno di 8 milioni di metri cubi”.
Ma spesso “quello che manca nella filiera sono strutture al livello di seconda lavorazione, dal momento che i prodotti vengono venduti quasi grezzi (legna da ardere) o con livelli di lavorazione industriale molto limitati (legna cippata e pellets)”. “Nonostante i dati disponibili sull’offerta interna di biomasse legnose degli ultimi anni siano scarsi e fortemente sottostimati, emerge che il consumo domestico di legna da ardere -si spiega- è di circa 20 milioni di tonnellate-anno, con un controvalore di circa 2,1 miliardi di euro, e che il mercato italiano del pellet è il terzo in Europa, con oltre 1,2 milioni di tonnellate consumate annualmente, di cui circa il 60% prodotte internamente, con un controvalore pari a 250 milioni di euro”.
“L’Italia è il primo importatore mondiale -continua la nota- di legna da ardere e il quarto di cippato e scarti in legno. Negli ultimi anni sono state importate 500mila tonnellate di legna da ardere e carbone di legna e 700mila tonnellate di cippato e scarti in legno. I mercati di riferimento per le biomasse in Italia, spesso destinate alla sola produzione di energia elettrica e non anche a quella termica, sono le grandi centrali elettriche che consumano circa 2 milioni di tonnellate all’anno, di cui quasi il 50% importato; per il teleriscaldamento 500mila tonnellate e per uso domestico, 400mila tonnellate”.
“Le stime parlano di 80mila imprese -spiega- coinvolte nella filiera del legno, per 500mila unità lavorative. La filiera produttiva nazionale risulta però dipendente dall’estero per l’approvvigionamento della materia prima e più di 2/3 del suo fabbisogno viene coperto dalle importazioni”.
“La possibilità di prelievo del legno dai boschi -avverte- è di 37,2 milioni di metri cubi annui, ma la superficie annualmente sottoposta a utilizzazione è ufficialmente inferiore al 2% e dai nostri boschi vengono oggi prelevati tra i 7 e gli 8 milioni di metri cubi annui (più dell’85% proveniente da foresta e il resto da impianti produttivi fuori foresta), pari al 20% circa dell’incremento legnoso annuo, contro una media europea del 65%”.