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Fondazione Obiettivo Lavoro, innovazione sostenibile driver ripresa per agroalimentare

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Roma, 25 nov. (Labitalia) – E’ l’innovazione sostenibile, vale a dire l’insieme di cambiamenti nei processi produttivi che migliorano l’efficienza e l’efficacia e che, nello stesso tempo, rispettano l’ambiente in tutti i suoi aspetti, il driver della ripresa della filiera agroalimentare. Emerge dal 4° Rapporto sul Mercato del lavoro, realizzato dalla Fondazione Obiettivo Lavoro e presentato oggi a Roma, presso il ministero delle Politiche agricole, da Mario Mezzanzanica dell’Università Milano Bicocca.
Il rapporto parla di “riscoperta moderna del modo di produrre il cibo fatto di rotazione delle culture, di attenzione all’equilibrio idrogeologico, di non spreco degli alimenti da cui è nata l’agricoltura italiana a partire dal Medioevo”.
Dall’indagine effettuata su un campione di aziende della filiera emerge che oltre l’85% delle imprese ha realizzato innovazioni di prodotto o di processo per migliorare le performance economiche, il rispetto dell’ambiente e la vita sociale e che il 97% delle stesse imprese agroalimentari intende introdurre innovazioni sostenibili nei prossimi tre anni.
Tra le innovazioni di processo più gettonate, ci sono: l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili (74,6%), il riciclaggio e il riutilizzo delle risorse materiali (52,2%), l’introduzione di tecnologie in grado di ridurre i consumi energetici, i rifiuti prodotti, l’inquinamento atmosferico (65,7%) e i processi di dematerializzazione delle informazioni (55,2%). Tra le innovazioni di prodotto/servizio, piacciono quelle che permettono di ridurre l’impatto ambientale del packaging (scelte dal 57% delle imprese) e la sostituzione di alcuni componenti inquinanti con materie prime caratterizzate da un più basso impatto ambientale (50,7%).
Anche i modelli organizzativi aziendali si mostrano sempre più caratterizzati dall’impiego di sistemi e strumenti di responsabilità sociale nella gestione delle risorse umane e dei problemi ambientali e sociali.
Importante anche che “a guidare l’azienda vi sia un management portatore di una nuova cultura di impresa fondata su obiettivi e valori orientati alla creazione di valore sociale”, conclude il Rapporto.