Home Nazionale Freyrie (Architetti): bene piano anti-dissesto, ora politiche integrate

Freyrie (Architetti): bene piano anti-dissesto, ora politiche integrate

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Roma, 6 ago. (Labitalia) – “Il piano per il dissesto idrogeologico annunciato dal governo ha tutto il nostro plauso. Siamo stati i primi a denunciare la situazione con l’osservatorio ‘Dissesto Italia’. Ora ci aspettiamo che il piano venga declinato in progetti e politiche integrate”. Lo afferma a Labitalia Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc).
“C’è una questione politica che va affrontata, infatti, in un ragionamento complessivo che colleghi consumo del suolo, dissesto idrogeologico, ecobonus e progetti innovativi. Altrimenti, i fondi non servono”, avverte, ricordando che le professioni tecniche partecipano alla cabina di regia dell’Unità di missione #Italiasicura.
Il problema, ribadisce, è che “nella pianificazione, molto spesso, i temi geologici non vengono presi in considerazione, come dimostra anche quanto avvenuto in Cadore”.
E, commentando proprio la frana in Cadore, il presidente degli architetti spiega che “le Dolomiti tendono a sgretolarsi e quando arrivano i temporali portano una grande quantità di dolomia a valle: il problema è che a valle, da decenni, hanno permesso di costruire”. “Possibile che ancora si possa costruire in luoghi ‘naturalmente’ pericolosi?”, si chiede.
Del piano annunciato dal governo, commenta Freyrie, “ben vengano, in particolare, i fondi destinati alle città, luoghi dove vivono grandi quantità di persone e dove oggi ci troviamo a occuparci di aspetti pragmatici in edilizia, che una volta non esistevano, perché è cambiato completamente il paradigma: la città contemporanea è molto più pericolosa del passato, a causa dei cambiamenti climatici. Basta vedere quello che è successo qualche giorno fa a Firenze”.
“Per questo, il nuovo tema dell’urbanistica è la cosiddetta resilienza, che si basa proprio sulla sicurezza dei cittadini e della città. Potremmo dire che, oggi, l’architetto da prendere a modello è Noè”, conclude.