Home Nazionale Il capo dell’MI5 lancia l’allarme: terroristi liberi di comunicare su Internet

Il capo dell’MI5 lancia l’allarme: terroristi liberi di comunicare su Internet

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Londra, 17 set. (AdnKronos) – Gli sviluppi nelle capacità di Internet e dei social network consentono ai terroristi di comunicare in tutta sicurezza “fuori dalla portata delle autorità”. Andrew Parker, il direttore generale dell’MI5, l’intelligence interna britannica, nella sua prima intervista e la prima in assoluto nei 106 anni di storia dei servizi segreti di Sua Maestà, ha scelto di puntare il dito contro i rischi che vengono dal web. Le grandi aziende che gestiscono la Rete e le tante piattaforme di comunicazione che si basano su di essa, hanno per Parker la “responsabilità etica” di allertare le agenzie di intelligence di fronte alle potenziali minacce.
Dopo lo scandalo del Datagate, innescato dalle rivelazioni della ‘talpa’ Edward Snowden, che hanno messo in luce alcuni degli aspetti più pervasivi della sorveglianza elettronica attuata dalla Nsa statunitense, spesso in collaborazione con l’agenzia britannica Gchq, le grandi aziende di Internet sono corse ai ripari. Colpiti dalle ricadute negative, con milioni di clienti e utenti preoccupati della propria privacy, i giganti del web hanno cominciato ad essere assai meno collaborativi con le agenzie di intelligence.
Il Datagate ha dato il via negli Stati Uniti ad una parziale riforma dei poteri concessi agli 007 in materia di intercettazioni elettroniche. Una nuova legge è in discussione anche nel Regno Unito e l’intervista di Parker alla Bbc giunge dopo che il ministro dell’Interno Theresa May ha invitato le principali aziende Usa di Internet e le maggiori compagnie telefoniche britanniche a dare il loro sostegno alle nuove norme sulle intercettazioni.
Parker non si è sbilanciato nell’auspicare misure specifiche, affermando che “spetta ai ministri proporre e al Parlamento decidere. Questo è un punto fondamentale per l’MI5. A noi spetta seguire ciò che viene stabilito dal Parlamento ed è ciò che facciamo”. Tuttavia, il capo dell’MI5 si è lamentato dei sistemi di crittografia per la protezione dei dati che hanno portato ad una situazione nella quale la polizia e le agenzie di intelligence, anche attraverso un mandato della magistratura, “non riescono più ad ottenere” le comunicazioni di sospetti terroristi.
Si tratta, ha sottolineato, di una questione “molto seria”, perché a suo giudizio “non è nell’interesse di nessuno che i terroristi riescano a pianificare e comunicare fuori dalla portata delle autorità”. Parker non si è neanche sbilanciato riguardo agli scenari futuri, nel caso che le aziende di Internet continuino a negare la propria collaborazione. “Sarà una sfida continua” che andrà di pari passo con gli sviluppi della tecnologia, si è limitato a dire.
Quella del terrorismo, ha detto ancora Parker, rimane per il Regno Unito la minaccia numero uno. Un nuovo attacco viene ritenuto probabile e lo scorso anno, ha rivelato Parker, ben sei potenziali attentati sono stati sventati grazie al lavoro di intelligence e polizia, il numero più alto nel corso dei suoi 32 anni di carriera all’Mi5.