Home Attualità Salute Il Comune di Arezzo mette a disposizione della Centrale 118 il suo Sit, per garantire l’arrivo preciso e rapido dei soccorsi anche nelle abitazioni più isolate

Il Comune di Arezzo mette a disposizione della Centrale 118 il suo Sit, per garantire l’arrivo preciso e rapido dei soccorsi anche nelle abitazioni più isolate

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Il Comune di Arezzo mette a disposizione della Centrale 118 il suo Sit, per garantire l’arrivo preciso e rapido dei soccorsi anche nelle abitazioni più isolate
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Strumento di grande utilità soprattutto quando il tempo diventa fondamentale (non di rado anche per salvare la vita). Appello affinché tutti i comuni della provincia seguano l’esempio del capoluogo

AREZZO – Le banche date delle pubbliche amministrazioni contengono informazioni che, se incrociate fra loro, possono garantire incredibili miglioramenti per la cittadinanza, fino al salvare vite umane.

Quante volte si è parlato di una ambulanza che non trova l’indirizzo di un paziente? O altre in cui un familiare è costretto ad andare incontro all’ambulanza stessa perché l’abitazione si trova in un luogo sconosciuto a molti, comprese le mappe dei navigatori, non sempre aggiornate e precise? E sappiamo bene che in certe circostanze, per particolari patologie (come l’arresto cardiaco) i minuti rappresentano la discriminante fra la vita e la morte.

La centrale 118 di Arezzo esegue 40.000 servizi all’anno su un territorio di 3.500 chilometri quadrati dove abitano 350.000 persone. 100 abitanti a chilometro quadrato contro i 3.000 della Lombardia o i 2.000 del Piemonte e del Veneto. E nella emergenza, l’operatore del 118 è come un soldato cieco, chiuso in un bunker. In poco tempo deve capire chi chiama, perché, la gravità delle condizioni della persona per cui ci si è rivolti al 118, ma soprattutto l’esatta localizzazione. Abbastanza semplice e facile quando si tratta di città o di centri abitati di un certo rilievo (e anche qui non sempre le cose filano lisce, e vedremo perché), molto più complesso quando si tratta di un piccolo borgo di montagna, di una casa singola collocata lungo una viuzza secondaria di campagna, di abitazioni in strade nuove non ancora censite.

Il Comune di Arezzo, nella persona dell’assessore Stefania Magi, che è anche medico neurologo presso la Asl, ha capito che queste problematiche si potevano superare ed avere anche altri servizi, mettendo a disposizione della centrale 118 il suo Sit, Sistema Informativo Territoriale.

E’ nata così una collaborazione a costo zero che adesso il responsabile cella centrale Massimo Mandò spera di poter replicare con tutti gli altri comuni della provincia. Una sorta di uovo di Colombo.

Adesso, quando l’operatore di centrale riceve una richiesta di soccorso, mentre compie l’intervista per la valutazione del tipo di intervento da eseguire, controlla con il Sit l’esatta ubicazione della casa dove inviare l’ambulanza. Aspetto fondamentale per le case isolate e nelle frazioni, ma anche in città quando la richiesta arriva da edifici che si trovano in strade interne, con numeri multipli collegati a lettere, o addirittura con condomini che hanno diverse scale. Il Sit fa apparire una triangolazione che porta esattamente al portone della casa. E fornisce altri servizi, ad esempio legati alla età degli abitanti di una certa abitazione. Nelle comunicazioni verso il 118 (si pensi quando a chiamare, ed avviene sempre più spesso, sono stranieri per se o badanti), non sempre tutto è chiaro. Il Sit dice se in una casa abita o meno un anziano o altri dati anagrafici dei residenti.

“Arricchiremo il servizio, ha spiegato l’assessore Magi – tenendo aggiornate le mappe anche con le eventuali chiusure di strade per lavori, variazioni di direzione del traffico (sensi unici), creazione di svincoli. Così per chi indica il percorso ad una ambulanza non ci saranno quelle sorprese che a volte fanno arrivare tardi i mezzi”.

“Per il 118 è un servizio fondamentale – sottolinea Mandò – perchè noi inviamo sui 40.000 interventi, ben 60.000 volte l’ambulanza e l’automedica, gestendo in entrata e in uscita 400.000 chiamate. La tecnologia diventa indispensabile. Stiamo attrezzando i nostri mezzi anche con tablet che consentono di inviare il percorso e l’indirizzo esatto, evitando, come a volte è accaduto, che nella concitazione della chiamata si capiscano male anche i nomi delle strade, a volte simili fra loro, altre volte incomprensibili”.

Il servizio è particolarmente utile non solo nelle case sparse, ma anche nella grandi frazioni del Comune. Dove le aree non hanno una toponomastica classica con i nomi delle strade, ma sono divise magari con una lettera e i numeri civici non sempre visibili a prima vista.

Insomma una ottima collaborazione che adesso si spera di replicare in tutti comuni della provincia.