Home Nazionale Il ‘Made in Emilia-Romagna’ alla conquista della Silicon Valley

Il ‘Made in Emilia-Romagna’ alla conquista della Silicon Valley

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Bologna, 3 nov. (Labitalia) – Da Google all’University of California Davis, fino alle start up emiliano-romagnole impegnate in un corso di formazione per assorbire la magia e le opportunità della Silicon Valley. Al via il confronto con le corporate leaders dell’agroindustria Usa a ‘Re-Think Food 2015’, nonché rapporti con le massime autorità californiane per presentare, dopo la prima edizione di Expo, la piattaforma di dialogo strategico rappresentata dal World Food Research and Innovation Forum e formulare adesioni al progetto e inviti alla partecipazione alla edizione del Forum del 9-10 maggio 2016 a Cibus di Parma.
Si muoverà su questi temi e obiettivi la missione istituzionale del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e degli assessori Simona Caselli (Agricoltura) e Palma Costi (Attività produttive), in California, dal 5 al 10 novembre, accompagnando alcune imprese emiliano-romagnole del settore dell’agroindustria e dell’high-tech (Barilla, Granarolo, Casale Spa, Conbio, Horta, Arete) nonché Unione Parmense degli Industriali e Consorzio Parma Alimentare, Future Food Institute, Università di Modena e Reggio, Caab e Fico Eataly World, la piattaforma agro-food di Aster.
“Dopo la missione in Guandong, puntiamo a confermare – ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – che l’Emilia-Romagna sta perseguendo l’obiettivo di diventare sempre più una regione aperta attraente agli investimenti esteri, ma anche a tutte le forme di collaborazione commerciale, produttive e di ricerca a livello internazionale. In Silicon Valley l’obiettivo è realizzare un immediato follow-up di Expo Milano 2015 puntando alle opportunità di business sul mercato americano per le imprese emiliano-romagnole della filiera agroindustriale e dell’innovazione tecnologica”.
In primo piano, le opportunità di business sul mercato a stelle e strisce per le aziende regionali, l’attrazione di investimenti in Emilia-Romagna dopo l’importante impegno della Philip Morris, il rafforzamento delle già importanti, ma spesso anche frammentate, relazioni Emilia-Romagna/Usa nel campo dell’innovazione e dell’università con la definizione di progetti di scambio e di ricerca bilaterali. Il tutto, mettendo in valore l’eredità di Expo 2015 e con un’attenzione particolare all’appuntamento del World food research innovation forum di Parma nel maggio 2016 e all’ormai prossima partenza di ‘Fico’, il grande parco agroalimentare che sorgerà a Bologna.
“In California – aggiunge Bonaccini – vogliamo ampliare l’adesione e la partecipazione, per la seconda edizione, del World Food Research and Innovation Forum: la piattaforma permanente ‘Made in Emilia-Romagna’ di confronto e discussione sui temi della ricerca e dell’alimentazione, lanciata proprio ad Expo, per favorire il confronto a livello globale sulle strategie di sviluppo del settore alimentare, per valorizzare il contributo della ricerca alla diffusione di un modello fondato su security, safety e sustainability, i tre pilastri fondamentali per garantire il diritto universale ad avere cibo sufficiente e sicuro”.
Il 6 novembre, al Menlo Park, si svolgerà l’inaugurazione del corso per start-up emiliano-romagnole, per il 50% nel settore del food, del programma Emilia-Romagna Technology Venture Launch Program 2016. “Proprio nella Silicon Valley vogliamo promuovere il sistema regionale delle start-up high-tech attraverso il lancio di un meccanismo permanente di formazione, tutoraggio e mentoring delle start-up high tech dell’Emilia-Romagna in Silicon Valley anche con incontri b2b e round con investitori”, prosegue il presidente Bonaccini.
Gli Usa rappresentano attualmente il primo paese extra-Ue per destinazione dei prodotti regionali con oltre 5 miliardi di euro (+16% fra 2008 e 2013; oltre 3 miliardi nel solo I semestre 2015, in crescita di oltre il 24% sullo stesso periodo dell’anno precedente). Sono il secondo paese di destinazione in assoluto dopo la Germania, ma, se le attuali tendenze dovessero essere confermate (mercato Usa in espansione, mercato tedesco in flessione), a fine 2015 gli Stati Uniti potrebbero diventare il primo partner commerciale dell’Emilia-Romagna. In pratica, per ogni 100 euro esportati tra Rimini e Piacenza, oltre 12 sono diretti negli Usa, che si collocano al secondo posto dopo la Germania e prima della Francia nel portafoglio export emiliano-romagnolo.
I principali prodotti regionali che vanno oltreoceano sono gli autoveicoli, la meccanica (oltre il 60% del totale) e le piastrelle. L’export agroindustriale vale 230 milioni di euro nei primi sei mesi del 2015, (+18% rispetto al semestre 2014), con al primo posto il Parmigiano Reggiano seguito dall’Aceto balsamico.
Ma il potenziale di crescita è altissimo, tenendo conto che gli Usa sono il primo paese importatore mondiale del settore e che il made in Italy è sempre più ricercato dal consumatore americano. Sono alcuni dei numeri che testimoniano il forte legame che unisce l’Emilia-Romagna agli Stati Uniti, una relazione che si è consolidata negli anni della crisi (+30% le esportazioni tra il 2008-2014) e che, nella prima parte del 2015, si è rivelata ancor più proficua e stringente.