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Mauro Valenti: “Il problema più grande di Arezzo Wave 2014 come ben sapete è stata la location”

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Mauro Valenti: “Il problema più grande di Arezzo Wave 2014 come ben sapete è stata la location”

Villa Severi accettata e sostenuta inizialmente dal Comune di Arezzo è stata poi sostituita “in corsa” con l’area del campo da rugby. Comitati locali con raccolte di firme e minacce di blocco dei lavori e ancora normative sull’impatto acustico nuove ma che risultano essere state applicate ad hoc per Arezzo Wave con le relative nuove aree di interdizione (aree poi utilizzate per qualunque tipo di manifestazione), interventi del tutto originali, poco ortodossi e quasi emulativi della Sovrintendenza per i beni culturali e archeologici sono solo alcune delle cause che ci hanno fatto cercare, a soli tre mesi dall’evento la nuova location identificata nell’area rugby della zona Giotto di Arezzo, uno spazio gradevole e accogliente a detta del pubblico intervenuto, anche se impegnativo per la realizzazione.

Visti i precedenti, quindi, il 28 luglio abbiamo scritto a Romizi di darci entro il 6 settembre la conferma dell’area così da poter incontrare gli sponsor e fare tutto il possibile per recuperare le risorse utili all’evento. Sapete bene che moltissime aziende e istituzioni usano pianificare negli ultimi mesi dell’anno il proprio budget e avere la certezza dello spazio è conditio sine qua non di ogni seria trattativa.

A settembre nessuna risposta, ad ottobre idem nonostante vari nostri solleciti, il 28 novembre siamo stati ricevuti dall’Amministrazione comunale e abbiamo ribadito che senza il contenitore non potevamo organizzare niente.

Ci è stato richiesto di inviare una nuova lettera alla quale non è mai stata data risposta.

Nelle edizioni 2012 e 2014 (…nel 2013 non ci è stata data la possibilità di farlo ad Arezzo) abbiamo investito più di 1.200.000€ senza ricevere un euro dal Comune, portando risorse nel territorio e mettendo Arezzo come capitale delle politiche musicali giovanili del nostro paese.

Ciò nonostante ogni nostra richiesta è ignorata, cosa strana visto anche il marchio di proprietà comune tra fondazione e amministrazione e l’obiettivo teorico della sua valorizzazione.

Questa “guerra burocratica” non nuova nel nostro paese, fin troppo ripetitiva con riferimento all’allestimento di Arezzo Wave, è letale per noi ed i tempi dell’amministrazione e quelli politici, purtroppo, non sono quelli imprenditoriali (…l’impresa culturale è pur sempre impresa) e questa è la differenza più tangibile che sentiamo ogni volta che usciamo dall’Italia. Sorprende leggere su una testata nazionale che Arezzo deterrebbe il record di Prodotto Interno Lordo relativamente alla promozione culturale (fonte Fatto Quotidiano del 5 gennaio 2015). Francamente non ce ne siamo accorti: anzi, ci è parsa vera la siderale lontananza del palazzo dalla cultura musicale (almeno quella più giovanile) e dalla molteplicità di proposte alternative a quelle promosse dall’Amministrazione. Nella imminenza delle elezioni comunali 2015, piacerebbe apprendere la posizione dei candidati a Sindaco e se i loro programmi contemplino Arezzo Wave come risorsa (e in tal caso con quale location e con quali risorse e prospettive)… chiaramente in vista della possibile edizione 2016.

Abbiamo deciso di non rivivere il deja vu del 2014 combattendo la sfida continua al palazzo e alle sue idiosincrasie invece che insieme per un obiettivo comune condiviso.

Saremo la prossima settimana a Eurosonic in Olanda a rappresentare Arezzo e l’Italia come ogni anno ma non possiamo fare un festival fantasma … Neanche il Real Madrid può giocare senza lo stadio.

Mauro Valenti