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Istat: Bes, segnali ripresa lavoro ma giovani ancora esclusi (2)

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(AdnKronos) – Malgrado i segnali favorevoli della congiuntura economica, rimangono elevati gli storici divari che caratterizzano il mercato del lavoro italiano. Il divario di genere nella partecipazione al mercato del lavoro, pur continuando a ridursi a seguito della maggiore caduta dell’occupazione nei comparti a prevalenza maschile, resta tra i più alti d’Europa (69,7% di uomini occupati contro il 50,3% di donne) e, per colmarlo, dovrebbero lavorare almeno 3 milioni e mezzo di donne in più di quante attualmente occupate. Anche la qualità del lavoro è peggiore per le donne, più spesso occupate nel terziario e in professioni a bassa specializzazione (in particolare le straniere).
L’Italia continua a caratterizzarsi in Europa per la forte esclusione dei giovani dal mercato del lavoro, a fronte della continua crescita del tasso di occupazione degli ultracinquantacinquenni. Sebbene l’allungamento dei percorsi formativi ritardi l’ingresso nel mondo del lavoro, la diminuzione del tasso di occupazione per i giovani dipende soprattutto dalla difficoltà a trovare un impiego, specie se continuativo nel tempo. La condizione dei giovani è aggravata da una peggiore qualità del lavoro e da una maggiore paura di perderlo.
Aumenta inoltre lo svantaggio del Mezzogiorno, l’unica area territoriale, dove l’occupazione diminuisce anche nel 2014 (tasso di occupazione al 45,3%) e dove è più bassa la qualità del lavoro. A livello territoriale c’è un forte legame tra quantità e qualità: nelle regioni in cui c’è più occupazione essa è anche migliore, in quanto corrisponde alla più bassa presenza di occupati non regolari, di dipendenti con bassa paga, di precari di lungo termine e di part time involontario.