Home Attualità Jobs Act: Cgil, Cisl e Uil, mantenere autonomia Fondi interprofessionali

Jobs Act: Cgil, Cisl e Uil, mantenere autonomia Fondi interprofessionali

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Roma, 16 lug. (Labitalia) – “Non intendiamo abiurare al nostro ruolo di indirizzo e di scelta delle strategie di intervento dei Fondi interprofessionali, per questo, a differenza di quanto previsto dallo schema di decreto attuativo del Jobs act, chiediamo che sia mantenuta l’autonomia di indirizzo e gestionale dei Fondi per la formazione continua”. Questa la posizione di Cgil, Cisl e Uil in merito alle disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive dello schema governativo di decreto di attuazione del Jobs Act.
La posizione comune, si spiega in una nota, è stata sottoscritta da tutte le parti sindacali e datoriali che hanno dato vita ai Fondi, inviata al ministero del Lavoro e alle forze politiche nel Parlamento. A confermare la forza dei Fondi gestiti dalle parti sociali e del ruolo sussidiario della bilateralità sono i numeri, spiegano i sindacati confederali: “le cifre riferite al 2014 parlano chiaro: complessivamente il sistema fondi ormai rappresenta quasi il 70% delle imprese potenzialmente aderenti (più di 900.000, in crescita del 9,5% sul 2013) e l’83% dei dipendenti (oltre 9,5 milioni, +7,3% sul 2013) riscontrando un consenso sempre più ampio nelle scelte delle aziende”.
Cgil, Cisl e Uil sottolineano poi la crescita del numero di aziende coinvolte dall’attività formativa finanziata dai Fondi: “siamo passati dalle 13.221 del 2008 alle 332.002 del 2014, per un totale di 4.620.949 lavoratori. Aumentano ogni anno sia i piani finanziati che il numero dei lavoratori formati”. “Tutto questo – continuano – nonostante il prelievo forzoso effettuato dai governi, che per il futuro non sarà transitorio come previsto per gli anni scorsi per finanziare gli ammortizzatori sociali, ma stabile e continuativo (120 milioni di euro annui) al Bilancio generale dello Stato”.