Home Attualità La costumista, bene Oscar ma non abbandoniamo seteria San Leucio (fotogallery)

La costumista, bene Oscar ma non abbandoniamo seteria San Leucio (fotogallery)

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Roma, 23 feb. (Labitalia) – “L’Oscar a Milena Canonero dimostra che il mondo del costume italiano rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Nello stesso tempo, però, deve essere anche un monito a non far sparire altre eccellenze del settore, come la seteria di San Leucio, orgoglio dell’artigianato italiano”. Lo dice a Labitalia Paola Nazzaro, famosa costumista, scenografa, art director, fashion designer e membro del Consiglio direttivo dell’Associazione italiana scenografi, costumisti e arredatori (Asc). (fotogallery)
“Nel nostro mestiere -ammette- è importante lo studio, ma ancora di più l’approfondimento tecnico e la conoscenza diretta della vita sartoriale, per non parlare della passione che non deve mai abbandonarci”.
“Un must che ho ereditato -continua- come terza generazione, da una storica famiglia di tradizioni sartoriali napoletane, dalla quale ho appreso la conoscenza dei tessuti, il rigore nella realizzazione e collocazione storica di ogni capo ed il gusto per la ricerca e la creatività”.
“La tradizione familiare -precisa Paola Nazzaro- mi ha trasmesso nel Dna il gusto, l’abbinamento e la conoscenza dei tessuti. Tutte cose che nessuna scuola può insegnare. Quella del costumista, infatti, è una professione che richiede un costante sforzo per affinare il proprio lavoro”.
“Come docente -ricorda- dico sempre che bisogna essere audaci, far sentire che si scalpita per ottenere un lavoro, con umiltà certo, ma sempre con grande determinazione”.
“Non avevo neanche sedici anni -racconta- quando ho disegnato il mio primo vero modello. Un giubbotto di pelle da uomo per un concorso, che vinsi, di Giorgio Armani. Da quel momento, creare è diventato come una malaria esistenziale che, ancora oggi, mi fa tremare di una febbre improvvisa e violenta. Creare abiti per il teatro, per il cinema e la televisione, per la moda, o anche solo per il piacere di inventare qualcosa per me, mi provoca un’indescrivibile emozione”.