Home Nazionale Mafia: imprenditore, così i Ros scambiarono mio figlio per un boss (2)

Mafia: imprenditore, così i Ros scambiarono mio figlio per un boss (2)

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(AdnKronos) – Mario Imbesi prosegue il suo racconto di quella mattina del 6 giugno 1993: “Mia moglie continuava a gridare: ‘Non uscire’, immaginando un’aggressione malavitosa, perché precedentemente il viceprocuratore di Barcellona Olindo Canali mi aveva detto che la mafia barcellonese aveva deciso di uccidermi o di ammazzare qualcuno della mia famiglia. In quel momento un uomo alto, con la barba, entrò, si avvicinò e mi fece appoggiare con le mani sugli scalini e non mi fece più muovere. Poi lui, con altri, fece una perquisizione dell’abitazione e sono saliti sopra. E sopra hanno girato tutte le stanze, svegliando mia figlia di 7 anni che dormiva e che si mise a piangere e a gridare per lo spavento. Sono scesi e quella persona, con la barba, mi ha guardato e mi disse: “Anche noi possiamo sbagliare”. Nel frattempo, l’addetta al telefono chiamò i Carabinieri per lanciare l’allarme e dire che stavamo subendo una rapina. Ci stava scappando il morto tra i Carabinieri in borghese e l’appuntato”. Imbesi racconta anche di avere “subito pressioni” per non denunciare l’accaduto.
Mario Imbesi, proseguendo il suo racconto, davanti alla Corte d’appello presieduta da Salvatore Di Vitale, spiega anche che nessuno gli ha mai riferito che la perquisizione nella sua abitazione era stata fatta alla ricerca del boss Pietro Aglieri. “Nessuno mi ha detto nulla”, dice. Durante la deposizione il pg Luigi Patronaggio ha anche mostrato una diapositiva con la strada e l’appartamento in cui avvenne l’irruzione a Terme Vigliatore. Ci sono indicati in un lato la casa di Imbesi e in altro lato, a pochissima distanza, il luogo in cui si trovava il boss Nitto Santapaola, che poi riuscì a scappare dopo la sparatoria.