Genova, 13 feb.(AdnKronos) – “Questa confisca ci fa capire come la presenza della ‘ndragheta in Liguria sia datata. La ‘ndrangheta è radicata da lungo tempo in tutto il territorio ligure, da Ponente a Levante”. Lo ha detto il colonnello Sandro Sandulli, capocentro Dia – centro operativo di Genova, a proposito della confisca dei beni, mobili e immobili,eseguita a Tortona (Alessandria) e Cittanova (Reggio Calabria) nei confronti dei fratelli Aldo ed Ercole Gaglianò, originari di Cittanova, trasferitisi a Genova negli anni Ottanta e ritenuti affiliati alla cosca Facchineri. Il padre di Aldo ed Ercole,Giuseppe, era stato ucciso a Genova nel 1978 dalla ‘ndrina Raso –Gullace – Albanese, il loro fratello Luciano assassinato, sempre a Genova, nel 1991, da esponenti della consorteria Fiandaca –Mondello, propaggine della famiglia Madonia. Secondo gli inquirenti i Gaglianò erano attivi nel traffico di droga e nelle scommesse clandestine. Dopo la morte del terzo fratello si erano trasferiti a Tortona.
Il 23 settembre 2011 il Tribunale di Reggio Calabria –sezione Misure di prevenzione – presidente del collegio giudicante Vincenzo Giglio – aveva rigettato la richiesta di applicazione della misura di prevenzione personale patrimoniale dei Gaglianò e ordinato il dissequestro e la restituzione dei beni. Il 30 novembre dello stesso anno, nell’ambito di un’operazione diretta dalla Dda di Milano, il giudice Giglio era stato arrestato con le accuse di favoreggiamento personale, corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio con l’aggravante di avere agevolato l’attività della’ndrangheta. La confisca è stata poi disposta dalla Corte d’Appellodi Reggio Calabria il 30 gennaio 2015. Tra i beni sequestrati, case,ville, terreni, auto di lusso, conto correnti e quote societarie. La Dia aveva chiesto anche l’applicazione della sorveglianza speciale mai giudici calabresi hanno rigettato la misura perché sono passati troppi anni dalla richiesta. La prima richiesta era stata avanzata nel 2007.