Home Nazionale Non solo biodiversità, dalle foreste italiane 35mila posti di lavoro

Non solo biodiversità, dalle foreste italiane 35mila posti di lavoro

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Milano, 17 lug. – (AdnKronos) – Ambiente, legno, biodiversità, ma non solo. Perché grazie alle foreste si potrebbero creare 35.000 nuovi posti di lavoro nel breve periodo. Lo sottolinea il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) che ha lanciato all’Expo, in occasione degli eventi per la Carta di Milano, la proposta progettuale Itaforestry, a supporto della Rete Rurale Nazionale 2014-2020, per la crescita del settore forestale e lo sviluppo delle sue filiere.
Le foreste sono chiamate a rivestire funzioni nuove e diverse, non più legate alla sola produzione di legno e prodotti non legnosi, ma anche a nuove esigenze ambientali, sociali e culturali interconnesse tra loro per una economia sempre più circolare. La gestione sostenibile attiva del patrimonio forestale nazionale è essenziale per far fronte al crescente problema italiano della disponibilità di materiale legnoso per l’industria nazionale e la bioenergia (wood insecurity).
Inoltre, la sua conseguente valorizzazione economica, ambientale e sociale rappresenta un importante volano per lo sviluppo della green economy nel nostro Paese.
“Si tratta di conciliare lo sviluppo socio-economico dei territori con la protezione dell’ambiente, in un’ottica che interpreta il bosco come un sistema biologico complesso”, spiega Piermaria Corona, direttore Crea Selvicoltura. Ciò si traduce nella possibilità di approvvigionamento sostenibile di legno, legname e di prodotti alimentari (castagne, funghi, tartufi, piccoli frutti) con nuove e opportunità di mercato, beni e servizi pubblici.
Su queste basi, la selvicoltura e l’arboricoltura da legno possono contribuire in modo significativo alla stabilizzazione delle popolazioni rurali, con oltre 35.000 nuovi posti di lavoro nel breve periodo, nonché alla limitazione della ulteriore urbanizzazione del territorio. Obiettivo di Itaforestry sarà quello di promuovere non solo un utilizzo sostenibile della risorsa, ma soprattutto di avviare processi di supporto e trasferimento di strategie, metodologie, pratiche e tecnologie di prodotto, di processo e di governance al settore.
Il progetto, quindi, mira sia ad attuare la strategia e le politiche nazionali di settore, sia a promuovere l’implementazione e l’integrazione delle innovazioni di prodotto e di processo, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) nel settore forestale, attraverso il consolidamento e miglioramento delle fonti statistiche e informative.
“In tal senso – aggiunge Alessandra Stefani, vice capo del Corpo Forestale dello Stato – mi auguro che nell’ambito del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sia creata un’unica struttura di riferimento istituzionale e di coordinamento delle questioni forestali di rilevanza nazionale”.
Questo nuovo approccio alle foreste italiane assicurerà da un lato, stabilità ambientale in termini di conservazione della biodiversità, ciclo dell’acqua, prevenzione del dissesto idrogeologico, fissazione dell’anidride carbonica e prevenzione dei fenomeni di riscaldamento globale; dall’altro, sviluppo socio-economico sia in chiave turistica, ricreativa e culturale, sia per la filiera produttiva ed energetica del legno.