Roma, 30 gen. (Adnkronos/Labitalia) – Gli olii extra vergine di oliva italiani confermano la loro alta qualità per profili sensoriali e aspetti salutistici, grazie alla piattaforma varietale tipica del sistema olivicolo nazionale, che unita all’organizzazione logistica degli impianti di trasformazione delle olive, permette di ottenere prodotti di qualità superiore rispetto al resto del mondo. E’ quanto è emerso a Fermo al convegno inaugurale di Enoliexpo Adriatica, fiera della tecnologia olearia e vitivinicola.
L’appuntamento, organizzato da Coldiretti Marche e Unaprol, consorzio olivicolo italiano, con la collaborazione dell’associazione Pandolea, associazione delle donne dell’olio, ha avuto come tema ‘Un’olivicoltura competitiva: tra ricerca e innovazione’.
Sulla base di studi condotti negli ultimi cinque anni da Unaprol in collaborazione con i centri di ricerca nazionali delle Università di Perugia e di Pisa, emerge il forte legame tra i composti responsabili dell’aroma dell’olio con le cultivar e le zone di produzione. “In pratica – afferma il Maurizio Servili, dell’Università di Perugia – le peculiarità sensoriali di alcuni oli nazionali possono essere considerate di fatto uniche e difficilmente riproducibili in altre zone olivicole mondiali per il loro alto contenuto in acido oleico e la presenza di composti fenolici come l’α-tocoferolo e lo squalene”.