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Pirani (Uiltec): 10mila posti di lavoro a rischio in centrali termoelettriche

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Roma, 8 ott. (Labitalia) – Diecimila lavoratori a rischio, tra diretti e indotto, e circa 40 centrali in dismissione. E’ il quadro drammatico del settore termoelettrico italiano che traccia, con Labitalia, il sindacato di categoria Uiltec. Senza dimenticare che, in questi anni di crisi, il comparto elettrico ha già perso oltre 80mila addetti.
Un’ecatombe che, per il sindacato, non si fermerà senza un intervento forte del governo. “C’è una crisi dell’intero sistema termo-elettrico italiano -racconta a Labitalia Paolo Pirani, leader della Uiltec- e il governo non ha alcun piano o programma per l’energia. Noi abbiamo più volte chiesto un tavolo di settore, una ‘cabina di regia’ sull’energia, con istituzioni e imprese, ma non abbiamo mai avuto risposta. Neanche dopo la manifestazione nazionale dello scorso giugno”.
E intanto si avvicinano le date di chiusura delle centrali. “Solo Enel ha annunciato di chiuderne più di 20 -ricorda Pirani- ed è un peccato dismettere delle centrali termoelettriche che sono all’avanguardia tecnologicamente. Sarebbe un vero spreco di risorse, capitale umano e competenze”.
Con le centrali verrebbe spazzato via tutto il mondo dell’indotto che vi ruota attorno nei diversi territori. E questo nonostante la produzione delle centrali farebbe ancora tanto comodo alla nostra economia, anche in futuro, secondo il sindacato.
“Se si va verso un sistema integrato di reti a livello europeo -ricorda Pirani- la sovracapacità produttiva che oggi abbiamo potrebbe essere in futuro venduta ad esempio ai paesi dell’ex-Jugoslavia che ne hanno bisogno. E, comunque, non correremmo il rischio di dover poi acquistare energia ad esempio dalla Germania”. Temi che, però attacca il sindacato, sembrano non trovare risposte dal governo. “In questa partita – avverte- il Mise è completamente assente, ancora di più dopo il trasferimento del viceministro De Vincenti, che aveva la delega all’energia, a Palazzo chigi”.
In questo quadro, Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil hanno varato – dopo il ‘via libera’ delle oltre 500 assemblee dei lavoratori (la percentuale dei favorevoli ha superato abbondantemente il 90%) – la piattaforma per il rinnovo del contratto del settore elettrico (circa 60.000 i lavoratori interessati), in scadenza il 31 dicembre 2015. Una trattativa per il rinnovo del contratto che, comunque, avviene sotto la ‘spada di Damocle’ delle centrali e dei posti di lavoro a rischio. “E’ una fase delicata, stanno cambiando tante cose, anche dal punto di vista regolatorio -conclude- e la presenza del governo con un piano vero è importante”.