Home Nazionale Ricerca: crescono test Dna per giovani talenti sport, inutili per scienziati

Ricerca: crescono test Dna per giovani talenti sport, inutili per scienziati

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Roma, 17 nov. (AdnKronos Salute) – Inutile cercare nel Dna la predisposizione per un determinato sport o la via per migliorare le prestazioni. La bocciatura di questi test genetici già in commercio, e in forte crescita negli ultimi anni, arriva da un gruppo di scienziati secondo cui nessun bambino o giovanissimo atleta dovrebbe essere sottoposto a questi esami per individuare un particolare talento sportivo o aumentare le prestazioni atletiche, in un lavoro pubblicato sul ‘British Journal of Sports Medicine’.
La dimostrazione scientifica dell’efficacia di questi test commerciali “è semplicemente troppo debole per sostenere il loro uso”, dice il gruppo di 22 esperti in genomica, esercizio fisico, prestazioni sportive, malattia, infortuni e antidoping. Se la genomica ha fatto rapidi balzi in avanti negli ultimi dieci anni, la capacità di interpretare il significato dei risultati dei test genetici è ancora in una fase relativamente precoce, sottolineano gli scienziati. Questo però non ha impedito la diffusione e la crescita di test genetici fai da te, diretti ai consumatori, che sostengono di essere in grado di individuare il tipo di talento sportivo dei bambini o di ‘disegnare’ un allenamento su misura per massimizzare le prestazioni. Chiunque abbia voglia di sborsare una certa cifra e un campione di saliva può richiedere uno di questi test. Ma proprio questo “fiorente mercato” ha suscitato il timore che il livello attuale delle conoscenze sulla genetica delle prestazioni sportive sia stato travisato a scopo di lucro.
Così il team di ricercatori ha esaminato la disponibilità dei test genetici fai da te. Scoprendo che 39 aziende commercializzano esami associati a prestazioni sportive, performance o lesioni, quasi il doppio del 2013 quando uno studio analogo ne aveva trovate 22. Dal 2013 ben 14 delle originali 22 aziende hanno cessato l’attività, il che significa che 25 nuove realtà sono entrate nel mercato negli ultimi due anni.
Le pubblicità, affermano i ricercatori, promettono grandi cose: ‘Personalizza il tuo allenamento in base alla genetica sportiva’, ‘Svela la predisposizione genetica del bambino per il successo in sport di squadra o individuali, di velocità, potenza o resistenza’, o ancora ‘Noi usiamo i risultati del Dna per aiutarvi perdere grasso, dimagrire, costruire il muscolo’. Per oltre la metà (54%) delle 39 aziende, non è stato possibile scoprire quali sequenze di geni e varianti sarebbero state testate, perché questa informazione non è stata fornita. Per il resto, il numero medio di varianti testate era pari a 6, ma variava da 1 a 27. Gli esperti sottolineano l’assenza di validi dati scientifici per guidare la selezione delle varianti, cosa che mina il valore di test multipli, scrivono nel documento.
Le varianti genetiche più popolari nei test esaminati erano comunque ACTN3 R577X e ACE I/D, entrambe relativamente ben studiate. Ma se alcune prove suggeriscono un legame con una maggiore prestazione fisica, questo però è molto debole, rendendo il valore predittivo di questi test “virtualmente pari a zero”. Non solo, diverse aziende utilizzano i risultati per la commercializzare prodotti aggiuntivi. Insomma, secondo il gruppo “la velocità di cambiamento nella tecnologia di mappatura genetica ha di gran lunga superato regole e linee guida”. E in questo campo la legislazione varia ampiamente tra i Paesi. Inoltre è importante la consulenza prima e dopo ogni test, cosa che non fa parte del pacchetto offerto dalle aziende esaminate.
“Se ulteriori dati indubbiamente emergeranno sulla genetica della prestazione sportiva, attualmente questi sono molto limitati”, recita il documento di consenso. “Di conseguenza, allo stato attuale delle conoscenze, nessun bambino o giovane atleta dovrebbe essere esposto a test genetici per definire o modificare la formazione” sportiva “o per identificare un talento allo scopo di selezionare bambini o adolescenti dotati”, concludono gli autori.