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Ricerca: sclerosi multipla, flora batterica intestinale nel mirino

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Milano, nov. (AdnKronos Salute) – La ricerca sulla sclerosi multipla guarda all’intestino, in particolare alla flora batterica. Un microbiota gravemente alterato può infatti essere tra i fattori predisponenti e scatenanti della malattia neurologica. “L’ipotesi riguarda più in generale tutte le patologie autoimmuni e disimmuni – spiega all’AdnKronos Salute Luca Battistini, direttore dell’Unità di neuroimmunologia della Fondazione Santa Lucia di Roma – Non dobbiamo però dimenticare che nei Paesi industrializzati sono tantissime le persone con disbiosi, cioè con un’alterata composizione della flora batterica intestinale. Questo ovviamente non significa che siano tutti a rischio di sviluppare la sclerosi multipla”.
Le cause della malattia, che colpisce soprattutto donne tra i 20 e i 40 anni, sono ancora sconosciute. Tuttavia, gli esperti concordano nell’affermare che alla base della patologia c’è un’alterazione del sistema immunitario, dove i meccanismi di difesa che dovrebbero fungere da ‘scudo’ per l’organismo finiscono invece per attaccarlo. In questo contesto, un’importante alterazione dell’esercito di microrganismi che popolano l’intestino può provocare un aumento dei mediatori dell’infiammazione in tutto l’organismo, cervello compreso.
Per far luce sulla correlazione, alla Fondazione Santa Lucia il gruppo di Battistini sta analizzando il microbiota contenuto delle feci dei pazienti, compreso quello di gemelli omozigoti. In una coppia la flora batterica era completamente diversa, a testimonianza del fatto che questa dipende in larga parte dagli stili di vita adottati.
“Fumo, scarsa attività fisica, ritmo sonno veglia, alimentazione sbagliata sono tutti fattori che contribuiscono a determinare quanto è importante la disbiosi in un paziente”, afferma l’esperto. La flora batterica intestinale si forma durante i primi 100 giorni di vita e la sua biodiversità dipende da numerosi fattori, dalla nascita alla vita adulta. “La flora non è stabile, ma varia tantissimo nel corso della vita in base alle abitudini, non solo alimentari”. Le prospettive future riguardano “la ricerca di meccanismi specifici con cui la cattiva flora intestinale influenza le risposte immunitarie. Inoltre – conclude Battistini – occorre capire quanto migliorare gli stili di vita permette di reagire alla disbiosi e spegnere l’infiammazione”.