Sana’a, 16 apr. (AdnKronos/Aki) – Qualsiasi iniziativa di pace per mettere fine alla crisi in Yemen deve essere preceduta da un cessate il fuoco, in ”particolare” nella città portuale di Aden, nel sud del Paese, dove l’avanzata dei miliziani houthi ha fatto scattare i raid della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita. Ad auspicarlo è il neo vice presidente yemenita Khaled Bahah, che chiede alle forze armate di sostenere il governo ”legittimo” in esilio, ovvero quello del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi fuggito da Aden in Arabia Saudita. Non verrà presa in considerazione alcuna iniziativa di pace prima del ritorno di Hadi e del suo governo ad Aden, ha aggiunto Bahah.
Il vice presidente yemenita ha quindi sottolineato la ”necessità” dell’intervento militare in corso e promesso che, dopo aver raggiunto gli ”obiettivi strategici”, il suo governo metterà fine alla guerra in corso. ”Desideriamo una vittoria che sia la vittoria della nostra nazione”, ha affermato.
Bahah ha poi ”ringraziato” la Russia per non aver usato il suo diritto di veto all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a proposito dell’approvazione mercoledì della risoluzione che ha imposto l’embargo sulle armi agli houthi e ha imposto il divieto di espatrio e il congelamento dei beni del deposto presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, di suo figlio Ahmed Ali e del leader dei miliziani sciiti.
Bahah ha quindi definito ”prioritaria” la situazione umanitaria nello Yemen, chiedendo con urgenza un ”intervento regionale e internazionale”.