Palermo, 27 apr.(AdnKronos) – Lo scorso 11 aprile la Polizia aveva fatto scattare le manette ai polsi di Marco Massaro, Daniele Casella, Gabriele Lordi, Massimiliano Morelli, (difesi da Lorenzo Contucci), e dei palermitani Chedli Aloui, Emmanuele Surdi, Emanuele Cardella, Alberto Gabriele Bruneo (difesi da Giorgio Bisagna), accusati di danneggiamento, rissa aggravata, lesioni, lancio di oggetti pericolosi. Il giorno prima, in via Libertà, nel salotto della città, poco prima della partita Palermo-Lazio, si erano resi protagonisti di durissimi scontri. Disordini che il questore Guido Longo, durante la conferenza stampa per annunciare gli arresti, aveva ricondotto a “una matrice ideologica”, legata anche alla vicinanza degli indagati palermitani agli ambienti sociali.
Una tesi, quella politica, subito smentita dal legale degli ultras palermitani, Giorgio Bisagna. “Deplorevole il tentativo di costruire tesi al di fuori delle aule di giustizia e del processo – aveva detto l’avvocato -. Almeno sino a quando esisterà un ‘giusto processo’ previsto dalla Costituzione”. Per il giudice Vascellaro “le esigenze cautelari appaiono, alla luce della documentazione (prodotta dai legali, ndr), essersi affievolite”.