Home Nazionale Corruzione: Rapporto Res, quella politica è peggio di Tangentopoli (2)

Corruzione: Rapporto Res, quella politica è peggio di Tangentopoli (2)

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(AdnKronos) – Il Rapporto, presentato oggi a Palazzo Branciforte a Palermo, costituisce un contributo innovativo. Si serve, infatti, di due fonti di informazioni finora non utilizzate sistematicamente: la banca dati delle sentenze della Corte di Cassazione (dal 1985 a oggi) e i casi considerati nelle autorizzazioni a procedere del Parlamento. L’indagine si è concentrata sulla “corruzione politica”, intesa come quella quota dei reati legati alla corruzione che coinvolge direttamente detentori di cariche politico-amministrative a livello locale, regionale e nazionale (sindaci, presidenti di regione, assessori, consiglieri, parlamentari, ecc.). Sono stati selezionati dati relativi non solo ai reati di corruzione in senso stretto, ma anche riferiti a vicende giudiziarie che riguardano evidenti episodi di corruzione anche se essi sono stati penalmente perseguiti attraverso altre fattispecie di reato (come i reati associativi o i reati di criminalità economica e altri). La ricerca prende le mosse dalla fase di Tangentopoli per interrogarsi su come il fenomeno è evoluto nel corso del tempo.
I corrotti offrono soprattutto un accesso privilegiato ad appalti e affidamenti (nel 45% dei casi considerati), mentre le risorse scambiate dal corruttore sono nella maggior parte dei casi tangenti (54%). Queste risultano più diffuse al Nord (oltre il 60%), anche se in misura minore rispetto al periodo precedente a Tangentopoli, mentre il voto di scambio (8%) e i favori (5%) sono maggiormente presenti nel periodo successivo, specialmente al Sud (dove raggiungono rispettivamente il 13% e il 9%). Non sempre le risorse scambiate hanno una natura monetaria. Per esempio, al Sud i casi in cui lo scambio non è quantificabile, perché prende la forma dei favori e di altri benefici materiali, sono circa il doppio (35%) di quelli che si registrano al Nord (18%). Al Nord, invece, risultano molto più numerosi (18%) i casi il cui valore scambiato tra corrotto e corruttore supera i 500.000 euro rispetto al Sud (9%).
I settori di attività dove appaiono prevalenti i fenomeni corruttivi vanno dall’edilizia pubblica e privata ai servizi, alla sanità, alle infrastrutture, allo smaltimento dei rifiuti. La corruzione nell’edilizia riguarda in netta maggioranza i Comuni (83% dei casi per l’edilizia pubblica e 65% per quella privata), così come quella relativa a servizi pubblici, trasporti e forniture (77%). La corruzione nel settore sanitario e nei servizi sociali si manifesta soprattutto nelle Regioni (58,3%), mentre l’Amministrazione Centrale è maggiormente coinvolta per le grandi infrastrutture. Il processo di decentramento politico amministrativo degli ultimi decenni sembra avere favorito la diffusione del fenomeno a livello locale e regionale (è crescente il coinvolgimento delle amministrazioni regionali dal momento della loro istituzione specie nel Sud).