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Giornata mondiale del Rifiugiato

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Giornata mondiale del Rifiugiato
Giornata Mondiale Del Rifugiato

 

Arezzo. Lunedì 20 giugno 2016. In occasione della giornata mondiale del rifugiato l’associazione Segni Concreti in collaborazione del Circolo Aurora organizzano una serata di musica, video e parole per ricordare i quasi 60 milioni di migranti forzati.

 

Il programma

Lunedì 20 giugno 2016 – ore 21:00 – 23:30 – Circolo Aurora, Piazza Sant’Agostino

Io2. Io non sono solo. Io non ho paura. Io ti amo. Realizzato da Alessandro Braga e Luca Viviani.

A seguire concerto, degli amici musicisti e sostenitori di Segni Concreti che hanno aderito gratuitamente

  • Jacopo Carducci e Lorenzo Tizzanini, anima rock, blues in chitarra e voce;
  • GroovA GroovA gruppo di percussioni, con basso e fiati.

 

Il contesto

59,5 milioni di persone sono costretti a lasciare i loro paesi, per fuggire da regimi dittatoriali e da condizioni estreme di povertà, povertà causata anche dalle disuguaglianze. In Italia.

Si tratta di un numero eclatante, se pensiamo che l’Italia ha circa 62 milioni di abitanti, è come se una nazione intera migrasse, fuggisse alla ricerca di condizioni migliori di vita.

 

l’Italia è il terzo paese dell’UE per numero di richiedenti asilo dopo Germania (203mila) e Svezia (81mila). Nel 2014, delle 170.100 persone arrivate in Italia, solo 63.655 hanno fatto richiesta di asilo. Una differenza di oltre 106.000 persone.

 

In Provincia di Arezzo i richiedenti asilo e profughi ospiti sono 735, con un rapporto di 2 per 1000 abitanti.

 

Obiettivo

Sensibilizzare la popolazione aretina riguardo la drammatica situazione dei migranti forzati che fuggono da guerre, fame, dittature e dalle disuguaglianze fra nord e sud del mondo.

Sostenere, affiancare le tante associazioni e gli enti che lavorano nel nostro territorio con dedizione e responsabilità.

 

Testimonianza

Il viaggio di T, che ha 17 anni, è durato poco più di un anno, nel tragitto tra il Sudan e la Libia, in 30 su un pickup dei trafficanti, qualcuno ha fatto qualcosa che non andava e loro, sotto l’effetto di droghe che prendevano in continuazione, li hanno tirati giù dal mezzo, li hanno cosparsi di benzina e gli hanno dato fuoco davanti a noi. «In Libia – dice il ragazzo –siamo stati chiusi per 4 mesi in una fabbrica di sardine vicino a Tripoli, in più di mille persone, venivamo percossi con delle barre di ferro per ricattare i nostri parenti o amici che ci sentivano urlare dal telefono, per avere più soldi. Da me i trafficanti hanno avuto 5.500 dollari per tutto il viaggio: 1600 dall’Etiopia al Sudan, 1800 dal Sudan alla Libia e 2000 dalla Libia all’Italia». (Fonte U.N.H.C.R.)