Home Nazionale Inps, in 4 anni spesi 7,4 mld per ammortizzatori in deroga

Inps, in 4 anni spesi 7,4 mld per ammortizzatori in deroga

0

Roma, 11 mar. (Labitalia) – Nel quadriennio 2009-2012 la spesa relativa agli ammortizzatori in deroga, sia per le crisi regionali che per le crisi pluri-regionali, ammonta complessivamente a circa 7,4 miliardi di euro (dei quali circa 1 miliardo è la quota di cofinanziamento regionale). Lo rileva l’Inps in un comunicato sull’operazione ‘Inps a porte aperte’, dando conto dell’uso degli ammortizzatori sociali in deroga (cig e mobilità) negli anni dal 2009 al 2012.
“In molte Regioni, si è assistito, nel corso del quadriennio 2009-2012, ad una significativa richiesta e concessione di ore a fronte delle quali, in moltissimi casi, non si è verificata una effettiva sospensione o riduzione di orario da parte delle aziende” osserva l’Inps.
“Si è quindi prodotto, durante le fasi più acute della crisi, un volume di concessioni di integrazioni salariali in deroga che impegnavano teoricamente l’intero budget regionale a disposizione. Non tutte queste concessioni venivano poi di fatto utilizzate appieno dalle aziende richiedenti, con significativi problemi di programmazione sul fabbisogno reale in capo alle Regioni e ai Ministeri vigilanti e problemi complessi di monitoraggio della spesa da parte dell’Inps e delle stesse Regioni”.
“Un altro elemento di accelerazione della spesa è dovuto al fatto che spesso l’Inps ha anticipato dei trattamenti di integrazione salariale in deroga, in attesa dell’emanazione dei provvedimenti di autorizzazione con richiesta di pagamento diretto, come previsto per legge fino al 31 dicembre 2012” sostiene l’istituto di previdenza.
Per garantire un utilizzo più efficiente delle limitate risorse finanziarie, nell’agosto 2014, tramite decreto interministeriale, sono stati rideterminati i criteri di concessione degli ammortizzatori in deroga, con particolare riguardo ai termini di presentazione, a pena di decadenza, delle relative domande, alle causali di concessione, ai limiti di durata e reiterazione delle prestazioni anche in relazione alla continuazione rispetto ad altre prestazioni di sostegno del reddito, alle tipologie di datori di lavoro e lavoratori beneficiari.