(AdnKronos) – Ma anche coloro che pensano che errori siano stati commessi e che i tre ci siano dentro fino al collo, non nascondono l’amarezza per la ‘perdita’ di tre colleghi, soprattutto Nuti e Di Vita, considerati da molti validissimi e ‘più grillini di Grillo’, sentenzia qualcuno nei corridoi di Montecitorio. Non manca nemmeno la rabbia, soprattutto tra quanti credono che il gruppo di siciliani si sia bruciato da solo: ‘bastava autosospendersi -è il ragionamento- e avremmo potuto reintegrarli se fossero usciti bene da questa vicenda. Così invece…’.
Molti rimproverano l’atteggiamento da irriducibili assunto da Nuti e gli altri nella storia firme false, lo strappo con lo staff della comunicazione -anello di congiungimento coi vertici- la lite col direttivo di Montecitorio chiamato a mediare, il no forte e chiaro a Grillo di fronte alla richiesta di autosospensione. “Hanno leso l’immagine dell’intero M5S”, la critica mossa dai più severi.
A Palazzo Madama, invece, i senatori fanno spallucce. Lì di sanzioni, quando ancora espellere era cosa semplice e di ricorsi nei tribunali non si era mai sentito parlare, ne sono fioccate tantissime. Sarà per questo che si tende a ironizzare sul “sentimentalismo” dei deputati – Silvia Giordano manifesta apertamente la propria amarezza su Fb- verso colleghi “che andavano sospesi da settimane. Ci fosse stato Gianroberto, altro che sospensioni..”, osserva qualche senatore ricordando il cofondatore del Movimento scomparso nell’aprile scorso.