Home Nazionale Mafia: Pm Palermo, lacunose, illogiche e confuse motivazioni sentenza Mannino (2)

Mafia: Pm Palermo, lacunose, illogiche e confuse motivazioni sentenza Mannino (2)

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(AdnKronos) – “La prima, macroscopica, incongruenza si coglie nella palese contraddizione logica tra la motivazione e la formula assolutoria prescelta. formula che evidentemente postula il convincimento, da parte del giudicante, che, pur in presenza del “fatto di reato” così come contestato, è risultata incompleta la prova del consapevole contributo causale del singolo imputato alla realizzazione di quello stesso fatto”, spiegano i magistrati.
La seconda osservazione generale, secondo i magistrati della Dda di Palermo “attiene al fatto che la sentenza, di circa cinquecento pagine totali, si riduce – qualora se ne individuino le sole parti effettivamente valutative – a poco più di venti pagine. Tutto il resto della sentenza si esaurisce in una asettica trascrizione di altre sentenze emesse da altre autorità giudiziarie di verbali integrali di interrogatorio di (soltanto alcuni) collaboratori di giustizia, dell’intera trascrizione della requisitoria del Pm, che il Giudice spesso riporta senza alcun tipo di valutazione critica (ovvero limitandosi, come si vedrà, a considerazioni «estemporanee» e sganciate da ogni riferimento critico concreto). “La sentenza, in altri termini, è sistematicamente e completamente permeata del vizio della motivazione apparente”, ritengono i pm.
“Si osserva ancora, quale considerazione generale, che il problema della ‘motivazione apparente’, è destinato ad accentuarsi se si considera che quei pochi e scarni passaggi realmente valutativi di cui si è appena detto concernono, come si vedrà, soprattutto le contestazioni riferibili ad altri imputati ovvero la generale sussistenza del reato contestato, mentre quelli concernenti la specifica contestazione nei confronti di Mannino si riducono davvero a pochissime righe, peraltro di mera ed arida elencazione dei temi di prova offerti e reputati non idonei”, ribadiscono i magistrati.