(AdnKronos) – “Questo dato determina una evidente ed insuperabile contraddittorietà ed illogicità intrinseca della pronuncia stessa, posto che si pone in insanabile contrasto con la formula assolutoria scelta dal giudice nel suo dispositivo – ribadiscono i pm nel ricorso – Se il giudice ha scelto di assolvere non ‘perché il fatto non sussiste’, ma perché l’imputato ‘non lo ha commesso’, la motivazione della sentenza sarebbe dovuta essere fondata (se non esclusivamente, almeno) in via del tutto prevalente sull’analisi del materiale probatorio concernente lo specifico contributo concorsuale contestato a Mannino, lasciando invece in secondo piano (in virtù della gerarchia delle formule assolutorie) ogni valutazione sulla sussistenza del fatto e, a maggior ragione, sulla responsabilità di altri imputati non sottoposti al giudizio abbreviato”.
“E’ questo, tuttavia, l’esatto e lampante contrario di quanto è avvenuto con la sentenza che si appella”, dicono. “Dal punto di vista metodologico, la sentenza è costruita in modo piuttosto confuso, perché le argomentazioni che vengono poste di volta in volta in confutazione dal Giudice appaiono affrontate senza un preciso ordine di trattazione ma episodicamente, al punto che lo stesso estensore è costretto a ripetere, anche più volte, i medesimi argomenti e la stessa ricostruzione di molti dei fatti rappresentati dall’accusa, offrendo di volta in volta le proprie valutazioni in modo estremamente sintetico ed apodittico – sottolineano i pm – La semplice lettura dell’indice della sentenza impugnata dà conto di quanto sopra; così come la constatazione dello sbilanciamento tra la parte descrittiva dei fatti (costituita esclusivamente nella pedissequa trascrizione di verbali di interrogatori, di ampi brani di sentenze pronunciate da altre autorità giudiziarie e della requisitoria del PM) e la parte valutativa di tali emergenze: tutto ciò denota la gravissima lacuna denunciata in premessa, e cioè la sostanziale mancanza di una motivazione congrua e comprensibile che attraversa tutto l’elaborato del Giudice. A conferma delle critiche sopra riportate si illustreranno le principali argomentazioni utilizzate dal decidente per addivenire alla pronuncia assolutoria, al preciso scopo di evidenziarne la inconcludenza e la erroneità”.