Home Nazionale Mafia: tre omicidi nel Palermitano, pentito ‘così li uccidemmo’ (2)

Mafia: tre omicidi nel Palermitano, pentito ‘così li uccidemmo’ (2)

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(AdnKronos) – Su di lui, in particolare, si erano concentrati i sospetti per una serie di roghi che si erano verificati a Carini, uno dei quali aveva distrutto l’escavatore e un camion di Giovanni Cataldo (oggi deceduto). Giambanco, inoltre, era sospettato di aver contribuito alla scomparsa per lupara bianca di Federico Davì, con la cui ex moglie aveva avuto una relazione. “La decisione di ucciderlo – fa mettere a verbale Pipitone – mi fu comunicata a Fondo Giglio, nella campagna di mio zio Giovan Battista. Oltre a me c’erano Giovanni Cataldo, Gaspare Pulizzi, Ferdinando Gallina e Antonino Di Maggio. I miei zii dissero che i Lo Piccolo, Sandro e Salvatore, erano a conoscenza di quella decisione ed erano d’accordo”.
Durante la riunione a Fondo Giglio furono decise anche le modalità dell’omicidio. “I miei zii – racconta ancora il neo collaboratore di giustizia – dissero che avremmo dovuto fissargli un appuntamento per attirarlo in una trappola e quindi ucciderlo”. E siccome Giovanni Cataldo era la persona che aveva rapporti più frequenti con la vittima fu proprio lui a chiamarlo e a fissare un appuntamento. Il pretesto fu il pagamento di un assegno e il luogo scelto fu un deposito di materiale edile di proprietà di Cataldo, proprio dietro il cimitero di Carini. Quando Giambanco arrivò ad aspettarlo dentro il magazzino c’era proprio Cataldo, mentre Pipitone, Pulizzi e Gallina erano nascosti fuori.