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Milano: dopo 50 anni torna patrimonio città la Cripta del Santo Sepolcro

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Milano, 11 mar. – (AdnKronos) – Dopo cinquant’anni la Cripta ritorna a essere patrimonio della comunità, monumento artistico e archeologico nel cuore dell’antica Milano, vero fulcro della civitas romana che san Carlo Borromeo definiva l’ombelico della città e che Leonardo da Vinci, in una mappa del Codex Atlanticus, indicava come il vero mezzo di Milano, e attualmente compreso nell’area urbana, tra piazza Pio XI, piazza San Sepolcro e via della Zecca, posta a fianco del complesso architettonico che comprende la Biblioteca Ambrosiana.
La prima fase dei lavori di intervento, all’inizio del 2015, su progetto di Gaetano Arricobene, hanno ricevuto il patrocinio e il contributo del MiBact, il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia, il contributo della Fondazione Cariplo. L’isolato che include la chiesa ricopre alla perfezione la zona centrale dell’antica Mediolanum. Leonardo da Vinci, affascinato dalla bellezza e del valore simbolico del sito, nel tracciare la sua pianta di Milano ‘a volo d’uccello’, prese come centro proprio il tempio di San Sepolcro.
La sua genesi risale al 1030 quando, un monetiere di Milano, di nome Rozzone, fece erigere sull’antico foro romano una chiesa che l’arcivescovo Ariberto d’Intimiano consacrò solennemente alla Santissima Trinità. La sua storia millenaria si sovrappone con quella delle crociate. Dopo la riconquista di Gerusalemme, l’allora arcivescovo di Milano, Anselmo IV da Bovisio, a memoria di questo straordinario evento, il 15 luglio 1100, cambiò la dedicazione in chiesa del Santo Sepolcro.