Home Nazionale Pediatria: indagine, solo metà genitori italiani è attenta a idratazione figli

Pediatria: indagine, solo metà genitori italiani è attenta a idratazione figli

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Roma, 22 nov. (AdnKronos Salute) – Hai mangiato? Hai dormito bene? Ma mai: hai bevuto? I genitori italiani non rivolgono così spesso la fatidica domanda ai loro figli, per informarsi su quanto siano idratati. Infatti, da un lato, 1 genitore su 2 (il 51%) considera un’idratazione corretta tra le principali leve per la salute dei bambini, insieme alla giusta quantità di sonno (59%) e di attività fisica (50%), dall’altro, però, pensando ai comportamenti quotidiani, il controllo sul bere è secondario: si chiede cosa i propri figli facciano durante la giornata (77%), cosa e quanto abbiano mangiato (70%), ma solo 1 su 2 (54%) chiede se abbiano bevuto. È quanto emerge dell’indagine GfK presentata oggi a Roma al convegno ‘Bere bene per crescere bene’ promosso da Federazione mondiale del termalismo e della climatoterapia (Femtec) e Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino.
Dai risultati emerge la presenza di un gap tra quello che i genitori pensano sulla corretta idratazione e quello che realmente accade: di fatto c’è una scarsa attenzione per il tema, nonostante sia di primaria importanza per la salute dei bambini. Si dà per scontato che i più piccoli bevano in maniera adeguata senza necessità di un’attenzione specifica rispetto ad esempio all’alimentazione che è maggiormente tenuta sotto controllo. L’acqua è un vero e proprio nutriente essenziale: è questo il primo e fondamentale punto del decalogo su idratazione e bambini che è stato stilato da Sipps proprio in occasione del convegno. Fra gli altri punti, la quantità e qualità dell’acqua che il bambino deve assumere e le conseguenze che una scarsa idratazione può avere sulla sua salute.
“Il nostro obiettivo – spiega Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps – è fornire a pediatri e genitori uno strumento pratico e di facile consultazione. È la prima volta che viene messo a punto un documento di questo tipo: vorremmo che i genitori e il mondo della scuola recepissero l’importante messaggio alla base di questa iniziativa e cioè che una corretta idratazione è fondamentale per una sana crescita e per lo sviluppo dei più piccoli; al contrario, una idratazione inadeguata è associata al peggioramento dello stato di salute mentale, fisico ed emotivo”.
“Imparare le buone abitudini fin da piccoli per essere adulti più sani domani – dice Umberto Solimene dell’Università degli Studi di Milano, membro dell’Osservatorio Sanpellegrino, presidente Femtec – è un obiettivo che accomuna il lavoro e l’impegno di partner di diversa natura, che mettono a disposizione il loro lavoro e le loro competenze. Crediamo fermamente nell’importanza di una corretta idratazione”.
“Ecco perché – dichiara Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato Gruppo Sanpellegrino – abbiamo deciso di promuovere questo convegno, con importanti scienziati che hanno a cuore la salute dei bambini e dei loro genitori. Siamo impegnati da diversi anni nello sviluppare progetti in favore della creazione di una cultura dell’idratazione, come Hydration@school, un programma educativo dedicato ai bambini delle scuole elementari per sensibilizzarli sull’importanza di una corretta idratazione. Il grande interesse che il progetto ha suscitato e suscita tra insegnanti e alunni è una riprova del fatto che la strada intrapresa è quella giusta”.
Il progetto Hydration@school è una campagna educativa che si pone l’obiettivo di sensibilizzare gli alunni, insegnanti e famiglie sull’importanza di una corretta idratazione per il proprio benessere psico-fisico. Il sito web del progetto www.hydrationatschool.it rappresenta il ‘contenitore’ dal quale è possibile scaricare e stampare una serie di materiali didattici gratuiti da utilizzare in classe su temi come ad esempio il bilancio idrico e il rapporto tra l’acqua e il nostro organismo. Dal 2014 a oggi 37.000 docenti sono stati informati sull’iniziativa, oltre 5.800 classi e quasi 130.000 alunni hanno aderito.