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San Marzano e arte della pizza battaglie per il ‘made in Campania’

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Napoli, 22 feb. (Labitalia) – Una staffetta simbolica tra Salerno e Napoli per segnare una ripartenza dell’agroalimentare della Campania. Coldiretti questa mattina, a Salerno, ha incontrato presso la sede della Provincia i sindaci dell’agro nocerino-sarnese e acerrano per difendere il pomodoro San Marzano Dop. Questa sera parteciperà all’evento di Univerde e Associazione pizzaiuoli napoletani presso ‘Eccellenze Campane’, che apre l’ultimo giro di boa verso il riconoscimento Unesco dell’arte della pizza. Due battaglie tenute insieme da un filo conduttore: la valorizzazione del ‘made in Campania’ come patrimonio inestimabile.
“La battaglia per il San Marzano dop ha un valore economico e simbolico al tempo stesso. Appare del tutto evidente che il commissario europeo sta commettendo un errore, anche rispetto alle norme vigenti. Tutto ciò che concorre a creare confusione e inganno nel consumatore già oggi non dovrebbe essere consentito”, afferma Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale, riferendosi alla recente interrogazione al Parlamento europeo.
“Ma questa vicenda – avverte Masiello – arriva dopo diversi segnali preoccupanti, dal formaggio senza latte alla libera denominazione dei vini. Tutti tentativi stoppati grazie all’impegno di Coldiretti, non solo a vantaggio degli agricoltori, ma anche dei consumatori e di tutta la filiera. E il riconoscimento Unesco per l’Arte della pizza è un tassello strettamente correlato. Siamo stanchi di subire furti d’identità. L’agroalimentare ha un valore economico enorme e deve avere lo stesso grado di tutela degli altri settori produttivi. Questa è la madre di tutte le battaglie. Altrimenti, salta tutto il lavoro fatto finora e salta l’economia di intere regioni”.
“Un prodotto come il San Marzano – aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania e Napoli – è riproducibile geneticamente, ma non è il seme che lo rende unico al mondo. Lo è grazie a un territorio particolare e a una sapienza agricola centenaria. Questo dà il valore economico al prodotto. E non possiamo consentire che si rubi il nome di un’identità territoriale. Altrimenti si consumerà di fatto una truffa ai danni di chi produce e di chi consuma”.
“L’area di produzione, che è quasi per metà nell’acerrano – ricorda – e per il resto nell’agro nocerino-sarnese, può certamente puntare sull’aumento della produzione. Per questo, abbiamo proposto ai sindaci salernitani e napoletani interessati, più un Comune dell’avellinese, di deliberare la richiesta di estensione della tutela anche alla vendita del pomodoro fresco”.
“La battaglia di Coldiretti è stata ampiamente condivisa dai sindaci e con il loro aiuto chiederemo alla Regione Campania e al governo di aprire un focus sulle tutele affinché l’Unione europea possa correggere le distorsioni”, conclude.