Home Cronaca Uomo di 69 anni, colpito da infarto, salvato dalla catena di assistenza del protocollo “Arezzo cuore”

Uomo di 69 anni, colpito da infarto, salvato dalla catena di assistenza del protocollo “Arezzo cuore”

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Uomo di 69 anni, colpito da infarto, salvato dalla catena di assistenza del protocollo “Arezzo cuore”
Defibrillatore

ALBERGO –  Il progetto “Arezzo Cuore” oggi ha consentito di salvare un’altra vita umana.

E’ accaduto ad Albergo, ma poi il percorso assistenziale, come sempre, si è sviluppato con l’intervento del 118  prima, dell’emodinamica della cardiologia poi ed infine, in questo caso, della rianimazione.

Ecco i fatti.

Alle 8,23 di stamani arriva una telefonata al 118 per un uomo di 69 anni improvvisamente a terra senza dare segni di vita. Siamo nel centro di Albergo, frazione del comune di Civitella della Chiana. Nella comprendibile concitazione e paura dei parenti, i vicini mantengono la calma e subito da un locale pubblico, il “Luna Blu”, qualcuno accorre con il defibrillatore del quale il locale stesso si è dotato. Arriva anche un abitante del posto che è fra le ventimila persone della nostra provincia che hanno seguito un corso di bls-d, in grado pertanto di eseguire le necessarie manovre rianimatorie e soprattutto di usare il defibrillatore.

Dalla centrale del 118 fanno partire verso Albergo l’ambulanza più prossima, quella della Croce bianca di Monte San Savino a bordo della quale c’è l’infermiere.

Intanto un altro operatore del 118 resta collegato telefonicamente con Albergo e fornisce al cittadino formato in bls-d, i suggerimenti necessari. Il cuore viene massaggiato mentre si predispongono le piastre del defibrillatore. Quindi la scarica che fa ripartire il cuore. L’uomo colpito da arresto cardiaco rimane incosciente, ma respira. Arriva l’ambulanza. Il “comando” del soccorso passa all’infermiere dell’ambulanza e ai suoi collaboratori.

L’uomo, viene intubato e caricato in ambulanza. Ma prima di arrivare all’ospedale di Arezzo si rendono necessarie ben altre dieci scariche perchè il cuore continua a fermarsi. Durante il tragitto, costellato di tante fermate in occasione delle scariche del defibrillatore, arriva in soccorso anche l’automedica. I due equipaggi procedono anche a somministrare al paziente la tecnica dell’ipotermia, per abbassare la temperatura corporea riducendo i rischi di natura neurologica.
Il paziente giunge al San Donato con il cuore che batte regolarmente, intubato e viene portato direttamente in emodinamica, dove è già pronto il team cardiologico che procede alla disostruzione del vaso chiuso, causa dell’infarto. Viene collegato uno stent. Dal punto di vista funzionale, il problema circolatorio a questo punto è risolto.

Il paziente viene quindi trasferito in rianimazione, dove si procederà con l’ ipotermia per 24 ore, al termine delle quali si potrà valutare meglio se l’arresto cardiaco ha poi provocato o meno altri danni.

Quello di oggi è stato uno di quei casi in cui si ha la conferma della validità del progetto “Arezzo cuore”, che mira alla cardio-protezione diffusa sul territorio, con una rete di defibrillatori ben distribuita, e soprattutto con l’abilitazione di molti cittadini all’uso di questi apparti e alla capacità di fornire e praticare le prime manovre rianimatorie, spesso essenziali per il buon esisto del soccorso.