(AdnKronos) – Nel fotografare la situazione attuale dell’Italia, Alleva evidenzia come nel 2013 “la spesa per la protezione sociale in Italia rappresenti il 29,8% del pil” e come pensioni e salute rappresentino le due voci più importante della spesa. “Nel corso della crisi -rileva il presidente dell’Istat- la spesa pubblica per la salute si è fermata. La spesa delle famiglie invece ha continuato a crescere”. In particolare, osserva, “il 65,8% degli anziani non autosufficienti riceve aiuti dai famigliari non conviventi e meno del 20% si rivolge a servizi a pagamento mentre il 29% a servizi pubblici”.
Come rileva il presidente dell’Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, “ci vuole una maggiore integrazione tra il settore pubblico e privato” anche se l’Italia “dopo le riforme degli anni paesi ha una spesa previdenziale tra le più virtuose in Europa ed ha una sostenibilità maggiore” rispetto ad altri paesi europei.
“Il rovescio della medaglia è che chi lavora oggi riceverà circa il 50% del suo salario quando andrà in pensione contro l’80% in precedenza. E’ chiaro che ora ci vuole una maggiore integrazione tra privato e pubblico” nel settore del welfare e della sanità. “I lavoratori non sono ancora consapevoli che la previdenza pubblica non svolgerà più il ruolo che era il suo e che dovranno risparmiare” utilizzando i fondi pensioni o con coperture provenienti da compagnie assicurative private.