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Altroconsumo partecipa alla II Giornata nazionale contro la corruzione in sanità

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Roma, 31 mar. (AdnKronos Salute) – Altroconsumo parteciperà alla seconda Giornata nazionale contro la corruzione in sanità, che si svolgerà la mattina del 6 aprile al Tempio di Adriano a Roma alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nel corso della giornata, si legge in una nota, verranno presentati i risultati del secondo anno di attività del progetto ‘Curiamo la corruzione’ guidato da Transparency International Italia, al quale Altroconsumo ha subito dato la propria adesione. I risultati riguarderanno l’indagine sul livello di percezione della corruzione, l’analisi del rischio e degli sprechi economici e le raccomandazioni scaturite dal tavolo di lavoro pubblico/privato. Per Altroconsumo interverrà il direttore responsabile dell’organizzazione Rosanna Massarenti.
Dal progetto ‘Curiamo la corruzione’ è scaturita una petizione popolare per un sistema sanitario nazionale più trasparente, integro ed equo. Con la petizione i partner intendono dimostrare quanto gli italiani tengano al proprio sistema sanitario e chiedere che venga finalmente messo al riparo da corrotti e malfattori. Altroconsumo – spiega l’organizzazione in una nota – si è immediatamente schierata a favore dell’iniziativa, dimostrando in concreto il coinvolgimento della società civile. Infatti con il progetto ‘Diritti in salute’ vengono offerte informazione e consulenze ad hoc in materia sanitaria e di responsabilità medica, per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e le conoscenze dei cittadini rispetto ai propri diritti. Garantendo l’accesso equo alle cure e l’informazione dei cittadini – sottolinea Altroconsumo – è possibile sottrarre linfa e ossigeno a pratiche opache, scarsamente trasparenti, nelle quali si annida la corruzione.
L’impossibilità di accesso alle cure – spiega Altroconsumo – presenta una forte matrice economica, che dipende anche dagli sprechi provocati dalla corruzione in sanità e dall’aumento dei costi dei servizi per la salute: da un’inchiesta dell’organizzazione di fine 2015, emerge che il 46% degli italiani rinuncia a qualche tipo di cura perché non può permettersela. Il 13% si è dovuto indebitare per pagarsi le spese mediche. Il 61% delle famiglie con un reddito complessivo compreso tra 1000 e 1500 euro al mese (il 75% di chi ha un reddito inferiore ai 1000 euro) dichiara di non riuscire ad affrontare tutte le spese sanitarie e quindi rinuncia a curarsi (ad esempio interrompendo un trattamento o ritardando un intervento).
Penalizzato il Sud: la regione dove si rinuncia di più alle cure mediche è la Campania (73%), seguita da Calabria (69%), Lazio (64%), Abruzzo (63%) e Sicilia (59%). Tra le cure più sacrificate quelle odontoiatriche (38%), quelle oftalmiche (22%), la riabilitazione fisica (15%) e le cure ortopediche (11%). Nei casi più gravi si rinuncia anche a visite assolutamente urgenti: il 23% in Sicilia, ad esempio, oppure il 18% tra coloro nella fascia di reddito inferiore ai 1000 euro al mese. Per curarci – sottolinea la ricerca di Altroconsumo – spendiamo sempre più soldi di tasca nostra: in media il 14% del reddito netto familiare. Come dire che in un anno spendiamo circa 2mila euro a famiglia per cure sanitarie essenziali. E si sale a 2.400 euro se ci prendiamo cura di un malato cronico.