Milano, 2 ott. (AdnKronos) – In Italia c’è un grande numero di anziani che vive con redditi bassi o nulli ma che possiede una casa di valore medio-alto. Immobili che, smobilizzati o messi in garanzia, potrebbero garantire al nucleo familiare una migliore qualità della vita. In tutto, calcola l’Osservatorio di Fondazione Cariplo nel suo Quaderno n.26, sono circa 1,5 milioni gli italiani che si trovano in questa situazione. In particolare, il 21% delle famiglie di anziani che abitano in case di proprietà ha un risparmio basso o nullo, ma più di un terzo di questi nuclei vive in un’abitazione di valore superiore a 200mila euro.
Si tratta della platea che potrebbe essere maggiormente interessata al prestito vitalizio ipotecario o alla cessione della nuda proprietà. Tuttavia, la diffusione di questi strumenti, ovvero quelli di smobilizzo della ricchezza immobiliare, è ancora limitata, e non solo tra chi ha eredi a cui trasmettere il bene. “Abbiamo il dovere di pensare al futuro degli anziani e delle loro famiglie e ci siamo posti il problema di come poter intervenire”, spiega il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. L’urgenza è determinata dal fatto che, in futuro, le politiche pensionistiche saranno meno generose e l’allungamento della vita media è in costante aumento.
Per diffondere gli strumenti di immobilizzo può essere utile il contributo delle banche. Intesa Sanpaolo, ad esempio, è stata una delle prime banche a concepire il Prestito Ipotecario Vitalizio, a disposizione degli over 60. “In Italia ci sono circa 13,5 milioni di over 65 e il costo della vita degli anziani è destinato a aumentare, quindi diventa rilevante occuparsene: più dell’80% degli over 65 possiede immobili il cui valore può essere smobilizzato”, sottolinea Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sp, durante la presentazione della ricerca. Nel 2017, la banca ha erogato 30 milioni di euro di prestiti di questo tipo – circa 200 contratti – per immobili del valore medio di 150mila euro.