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Federcoopesca: è l’orata la ‘più amata’ dagli italiani

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Roma, 3 nov. (Labitalia) – L’orata, la più amata dagli italiani. Con quasi il 9% delle quantità totali delle produzioni ittiche fresche, è la principale specie consumata in Italia. Il Bel Paese è il mercato più grande, seguita da Grecia e Spagna. Questi tre nazioni rappresentano, in termini di volume, il 77% dell’intero mercato dell’Unione europea. L’offerta europea di orate dipende per il 96% dall’acquacoltura. È la fotografia scattata da Eumofa, l’Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura.
“Pescate o allevate, in Italia 2 consumatori su 3 -afferma Federcoopesca-Confcooperative- apprezzano le orate per il sapore delle loro carni, per il buon rapporto qualità-prezzo e per la facilità di impiego in cucina. Una preferenza che viene accordata anche quando si va al ristorante, dove tra i secondi piatti è una proposta ‘ever green'”.
L’orata, sottolinea Federcoopesca, è un prodotto simbolo del Mediterraneo visto che da qui arriva sui mercati e le tavole di tutto il mondo. E sempre europeo è il podio dei consumi. Il più alto consumo pro capite- si legge nel rapporto Eumofa- è registrato in Grecia (2,8 kg), seguita da Cipro (0,7 kg), Portogallo (0,6 kg) e Italia (0,5 kg). Negli ultimi anni, la produzione europea (inclusa la Turchia) si è stabilizzata intorno alle 146.000 tonnellate, con la Turchia che ha aumentato la sua quota (dal 18% nel 2009 al 33% nel 2015) a scapito dell’Ue (da 82% nel 2009 a 67% nel 2015). L’Italia pesa il 7% della produzione europea.
Le regioni italiane al top per produzione da allevamento sono Lazio, Toscana e Sicilia. Il mercato italiano dell’orata è rifornito per oltre il 75% dalle importazioni, con più di 26.000 tonnellate importate. La Grecia è di gran lunga il principale fornitore, con il 60% del totale delle importazioni, seguita da Turchia (21%), Croazia (7%) e Malta (6%).
Gli allevatori italiani, per contrastare la concorrenza, hanno provato a differenziarsi da greci e turchi producendo taglie più grandi, puntando sulla qualità e strizzando l’occhio anche al biologico.
Ma se l’offerta di orate in buona parte proviene dagli allevamenti, c’è comunque una produzione derivante da catture, che per l’Europa si attesta intorno alle 3.000 tonnellate, pescate prevalentemente da Francia, Italia e Spagna. Lo sbocco commerciale naturale per l’orata pescata e nei canali tradizionali come le pescherie, mentre la grande distribuzione organizzata generalmente si focalizza sull’orata di allevamento.