Home Nazionale In cerca del ghiaccio più antico del mondo, scienziati in diretta dal Polo Sud a Explora

In cerca del ghiaccio più antico del mondo, scienziati in diretta dal Polo Sud a Explora

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Roma, 23 gen. – (AdnKronos) – Affrontare meglio le emergenze provocate dai cambiamenti climatici, le sfide sociali e ambientali poste dal global warming. È l’obiettivo dei ricercatori italiani in Antartide, che assieme a un pool di esperti di tutto il mondo stanno cercando il punto della calotta del continente bianco dal quale estrarre la carota di ghiaccio depositaria della storia più antica del nostro Pianeta: un modo per decifrare i processi del sistema climatico ed elaborare proiezioni future più precise.
Le avventure degli scienziati impegnati nella 32esima campagna antartica saranno al centro di una lezione speciale in diretta dal Polo Sud, organizzata da Green Cross ed Enea martedì 24 gennaio a Explora, il Museo dei Bambini di Roma. “Dal Big Bang al Big Freeze” è il titolo dell’incontro, durante il quale verrà raccontato a oltre 50 allievi della scuola primaria come sia possibile decifrare la storia del clima.
Si partirà dal progetto “Protecting Ice Memory”, che chiama a raccolta le carote di ghiaccio estratte a ogni latitudine fredda, per illustrare poi la missione “Beyond Epica – Oldest Ice”, che ha l’ambizioso obiettivo di cercare in Antartide il ghiaccio risalente a 1 milione e mezzo di anni fa.
In collegamento Skype dalla sala operativa della base scientifica italo-francese “Concordia” nel continente bianco, lo station leader della campagna estiva Gianluca Bianchi Fasani (Enea) e il coordinatore scientifico Mario Salza (Cnr) riveleranno ai bambini delle scuole primarie gli aggiornamenti sui progetti in corso per ricostruire e tutelare la storia profonda della Terra e risponderanno alle domande sulle emergenze climatiche del nostro tempo.
“Stiamo vivendo sulla nostra pelle quelli che appaiono essere i segnali del cambiamento climatico indotto dall’uomo, con fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti e violenti – spiega Guido Di Donfrancesco, responsabile del servizio di Protezione Ambientale del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (Pnra) – Riuscire a comprendere a fondo quanto è avvenuto al clima del nostro pianeta indietro di milioni di anni ci permetterà di prevedere con minori incertezze quel che potrebbe accadere al clima nel prossimo futuro”.
“I ghiacciai sono un pozzo di informazioni inesauribile – spiega Giorgio Budillon, del comitato scientifico di Green Cross e membro della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide – Ad esempio dalla loro stratigrafia si può ricostruire l’evoluzione del clima terrestre e studiare i fenomeni che lo modificano, comprese le eruzioni vulcaniche che hanno segnato la storia dell’uomo”.
Ancora più interessanti i risultati che potranno fornire progetti come “Beyond Epica” che si propone di ricostruire il record climatico di 1,5 milioni di anni, o come l’investigazione dei laghi subglaciali, ambienti estremi ostili, immersi nell’oscurità sotto la spessa coltre della calotta di ghiaccio antartica, che potrebbero rivelare la presenza di forme di vita aliene rispetto al nostro attuale ecosistema.
L’avventura dei ricercatori al Polo Sud presso la stazione Concordia, iniziata l’8 novembre 2016, si concluderà per molti di essi l’8 febbraio 2017, ma per pochi coraggiosi continuerà ininterrotta per l’intero inverno polare, fino a novembre 2017.