(AdnKronos) – A rendere disomogenei Italicum e Consultellum è poi la questione dei capilista bloccati e delle preferenze, previsti nel sistema in vigore per la Camera. Al Senato invece, cancellata dalla Consulta la possibilità delle liste bloccate, sarà possibile l’espressione della “preferenza unica, in linea -spiegò la Corte costituzionale nella sentenza del 2014- con quanto risultante dal referendum del 1991, in relazione alle formule elettorali proporzionali”.
Collegata a questa questione, è poi quella dei diversi confini che delimitano le circoscrizioni elettorali, con conseguenze quindi anche sul numero di candidati presenti in ciascuna lista. Per la Camera, il territorio nazionale viene diviso in venti circoscrizioni corrispondenti alle regioni, all’interno delle quali sono però previsti collegi plurinominali, complessivamente 100, a ciascuno dei quali viene assegnato un numero di seggi compreso tra tre e nove. Per il Senato si vota invece solo in riferimento alle circoscrizioni corrispondenti alle regioni.
Infine la questione dell’età del corpo elettorale che determina diversità nel numero degli aventi diritto al voto e non solo. Per la Camera si vota al raggiungimento della maggiore età, 18 anni, per il Senato è invece necessario aver compiuto 25 anni.