Sebastiano Vassalli (24 ottobre 1941- 26 luglio 2015) è stato uno dei più importanti scrittori italiani contemporanei. Ha iniziato la sua carriera artistica, prima come poeta e pittore, poi come scrittore negli anni Sessanta, gli anni della Neoavanguardia. Dopo una giovinezza dedicata alle sperimentazioni linguistiche e al rifiuto dei canoni prestabiliti, tipici di questo movimento letterario, decide di avvicinarsi a una letteratura più pura.  

La chimera, pubblicato nel 1990, è uno dei suoi romanzi più famosi, oltre ad aver vinto il prestigioso premio Strega. Si tratta di un romanzo storico, ambientato nella bassa novarese a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento. La protagonista è una ragazza di nome Antonia, abbandonata ancora in fasce sulla soglia della Casa di Carità di San Michele. Dopo un’infanzia passata tra le rigide regole delle suore, viene adottata da un’amorevole coppia di contadini, Bartolo e Francesca Nidasio.

Antonia passa anni di tranquillità e serenità con loro, imparando ad amarli e a farsi amare. Nonostante l’ambiente attorno a Antonia sia perlopiù gretto e ignorante, lei riesce a conquistarsi un piccolo spazio in quella società, stringendo nuove amicizie. Crescendo, diventa sempre più bella, attraendo non solo i poveri figli di contadini, ma anche figli di ricchi nobili. Ed è proprio per questa sua incredibile bellezza, oltre che alla sua voglia di libertà e alla malcelata antipatia che dimostra per i rappresentanti del clero, che inizia a sconvolgere e turbare gli abitanti di Zardino, il piccolo paese in cui vive.

In quegli anni così oscuri bastava poco per far accusare una donna di stregoneria; ed è proprio quello che succede a Antonia. Dopo un processo fittizio e dolorosi mesi in prigione, finisce bruciata sul rogo.

Recensione a cura di Irene Mori