Home Nazionale Libri: ‘Trasìti’, il fotografo Paolo Araldi racconta le case di venti palermitani

Libri: ‘Trasìti’, il fotografo Paolo Araldi racconta le case di venti palermitani

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Palermo, 28 ott. (AdnKronos) – Com’è l’abitazione di uno scrittore? E quella di una giornalista? O di un attore? Cosa può raccontare un quadro, una libreria o la collezione di calamite di una personalità? Tanto, come ha scoperto il fotografo Paolo Araldi, che ha realizzato il libro ‘Trasìti’, che uscirà a novembre per Dario Flaccovio editore. Un libro in cui Paolo Araldi, fotografo specializzato nel raccontare eventi e situazioni, capace di trasmettere emozioni attraverso le immagini, racconta, attraverso le fotografie, venti personalità palermitane, native o d’adozione, che “aprono casa e cuore”. Tra loro c’è lo scrittore Roberto Alajmo, autore del recente ‘Carne mia’, ma anche direttore del Teatro Biondo di Palermo. Oppure, la giornalista Elvira Terranova, nata in Germania ma ormai palermitana d’adozione, caposervizio dell’agenzia di stampa Adnkronos, Cavaliere della Repubblica per meriti straordinari e medaglia d’oro al valor civile, per avere salvato decine di profughi durante un naufragio a Lampedusa. Ma anche la Presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio, sempre in prima fila per le pari opportunità. E, ancora, Massimo Milani, storico attivista gay di Palermo, molto conosciuto a Palermo.
Ecco l’elenco completo dei venti palermitani raccontati nel libro di Paolo Araldi: Giorgio Crivello, Vicky Gitto, Filippo Luna, Roberto Alajmo, Riccardo Agnello, Fabrizio Piazza, Marco Pomar, Marina Fecarotta, Patrizia Di Dio, Alessandro Savona, Elvira Terranova, Massimo Milani, Mari Salvato, Patrizia Italiano, Alessandro Bazan, Gabriele Rizzo, Giovanni Rizzuti, Chiara Muscato, Salvatore Butera e Gioacchino Lanza Tomasi.
“Ero a New York, ospite della mai amica Maria che abita nella zona di Harlem, dove tutti la salutavano per strada – racconta il fotografo Paolo Araldi – Assecondando la mia curiosità, avrei desiderato entrare nelle case di quella gente, conoscerla, fotografarla, intervistarla. L’idea mi girava in mente, quando ne parlai a Maria, lei fu subito la ‘chiave’ per aprire quelle porte. Oggi, grazie a questa possibilità, posso entrare nelle dimore di tante altre persone, in tanti altri posti, per incontrare esseri umani e stringere amicizia con loro. Che è un modo totalmente diverso, rispetto a quello del turista, di conoscere una città”.