Home Nazionale Ma va cambiata modalità comunicazione, informazioni scienza sono difficili

Ma va cambiata modalità comunicazione, informazioni scienza sono difficili

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Milano, 17 mar. (AdnKronos Salute) – “Nel momento in cui c’è un rischio per la società è compito della politica interrogarsi sulla possibilità di introdurre un obbligo” sulle vaccinazioni. “E’ una cosa che le istituzioni devono considerare a livello politico. Penso che sia la cosa su cui interrogarsi”. Ne è convinta la scienziata senatrice a vita Elena Cattaneo, che oggi all’università Statale di Milano commenta all’AdnKronos Salute gli ultimi dati del ministero della Salute sul boom di casi di morbillo registrato quest’anno, a margine della celebrazione di Unistem Day 2017, nona giornata europea dedicata alla divulgazione sulle cellule staminali.
La disaffezione dei cittadini e in particolare dei genitori verso le iniezioni scudo “è veramente preoccupante” per la professoressa dell’ateneo milanese che ha coordinato l’evento di oggi, che ormai si svolge in 7 Paesi europei e 75 atenei, con il team di UniStem, Centro di ricerca della Statale sulle staminali.
Vista la situazione, riflette, “qual è l’alternativa? La politica deve interrogarsi. E ci sono politici che ci stanno lavorando, come dimostra il fatto che adesso ci sia un Piano nazionale vaccini in un campo in cui c’è stata frammentarietà fra le Regioni. Ci sono realtà come l’Emilia Romagna che si sono mosse con un provvedimento. Proprio perché la preoccupazione è forte, questa cosa fa paura. Quando si verificheranno casi tragici, i cittadini si rifaranno alle colpe della politica”.
Sul sentimento ‘antivax’ pesano più fattori, secondo la senatrice-scienziata. “Il nostro Paese è in generale scarsamente attrezzato a proteggersi dalle manipolazioni dei fatti, dalle false verità e sarebbe bene che più studiosi partecipassero per aiutarlo a restare sui binari. C’è forse l’idea che certe malattie siano scomparse e invece stanno lì e le teniamo semplicemente a bada, sotto controllo, ma se abbassiamo il livello di guardia siamo finiti. Ma c’è poi un meccanismo di base e probabilmente bisogna cambiare modalità di comunicazione”, sottolinea Cattaneo.
Non a caso, in occasione di Unistem nell’ateneo milanese uno spazio è stato dedicato proprio ai vaccini, con interventi di esperti come il virologo Roberto Burioni, diventato una star del web con le sue cronache scientifiche sulle iniezioni scudo, e Andrea Grignolio, storico della medicina dell’università La Sapienza di Roma, che racconta la parabola secolare dei movimenti antivaccinali e le ragioni neurocognitive che portano queste tesi ad avere tanta presa.
Anche Cattaneo fa riferimento a “qualcosa che ha a che fare con il nostro cervello, con i nostri bias, con meccanismi radicati di gestione delle informazioni della scienza, le quali sono per così dire ‘innaturali’. Non è facile: la scienza parla di statistiche, di rischio e di probabilità. Sono concetti difficili che il nostro cervello fa fatica a razionalizzare, perché è più un cervello emotivo. Dobbiamo quindi chiedere di partecipare, senza imporre, tranne quando si va in una situazione di pericolo per la società e allora chiedo che le istituzioni intervengano”.